Inviati di guerra, Zellino: “Armi italiane in mano ai neonazisti Azov per difendere Kiev” – AUDIO

di ENRICO MASCILLI MIGLIORINI

URBINO – “A Kiev c’è una situazione paradossale. Una città che era viva, che per la libertà dei costumi e per l’aspirazione era una capitale europea, ora è una città deserta”. Ai microfoni di Radio Ducato parla Leonardo Zellino, ex allievo Ifg Urbino inviato di guerra per il Tg2 in Ucraina. Per quasi un mese, dal 24 febbraio, ha raccontato l’invasione russa da Kiev e l’ha vista trasformarsi in una trincea. “È una città che si sta armando, sono state alzate barricate davanti a tutti gli edifici internazionali”.

“Siamo stati a vedere l’arsenale dei militari che difenderanno la città dall’assalto russo, gestito dal battaglione neonazista Azov, accusato anche di crimini di guerra- continua – una Santa Barbara incredibile, con munizioni e armi da tutto il mondo, anche dall’Italia”. Un’esclusiva, dato che le armi inviate dal nostro paese sono secretate. “Ci hanno mostrato dei missili anti-carro leggeri che sono arrivati dall’Italia, con l’impegno di far vedere alla responsabile della comunicazione il montato prima di andare via, perché in nessun modo le immagini dovevano ricondurre le armi alla posizione i cui si trovavano”. I russi, infatti, sono molto attenti a tutti i servizi che escono sui media occidentali, pronti a intercettare qualsiasi indizio.

Zellino sta raggiungendo Varsavia, dove si aspetta che si trovi presto un accordo nell’incontro telematico tra le delegazioni russa e ucraina in corso in queste ore. “Vladimir Putin– dice- si è ficcato in un ‘cul de sac’ (vicolo cieco), e ci auguriamo tutti che trovi una soluzione che gli salvi la faccia”. Solo così si può evitare un’umiliazione del leader russo, che porterebbe a un’inasprimento dei bombardamenti. È partito da Kelm, al confine polacco, per un viaggio di 27 ore a bordo del treno 67, uno dei corridoi umanitari partito il 12 marzo dall’Ucraina. ” Su un treno che può ospitare al massimo 800 persone ce n’erano 4 mila. Ogni angolo dei vagoni è occupato da donne, bambine e anziani, gli unici uomini sono stranieri o chi ha un valido motivo”. Infatti, c’è una legge che obbliga gli uomini fino a 60 anni a restare in Ucraina a combattere.

About the Author

Enrico Mascilli Migliorini
Irpino innamorato del mare parlo solo e volentieri di musica. Nasco nel 1994 e mi laureo in Storia con una tesi sulla censura e il primo catalogo dei libri proibiti nella triennale a Firenze. Nella tesi di laurea magistrale a Bologna studio il popolo rom, detto zingaro, diventato parte integrante della mia vita soprattutto grazie al progetto CNR-UE Municipality 4 Roma.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra e di terze parti maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi