Diario dall’Ucraina, 20 marzo: “Sirene e bunker. Ho portato con me i documenti e una brioche”

A sinistra la giornalista Iryna Guley, a destra la brioche che ha portato con sé nel bunker dove si è rifugiata durante la notte
di IRYNA GULEY
testo raccolto da Alice Tombesi e Sara Spimpolo

URBINO – La giornalista ucraina Iryna Guley, tiene per il Ducato un diario del conflitto dai primi giorni dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

È quasi mezzanotte. Sono appena tornata dal bunker. Sono scesa mezz’ora fa dopo la sirena. Prima che suonasse ero già a letto in pigiama, mi stavo addormentando. Quando ho sentito la sirena, sopra il pigiama ho messo il maglione, la felpa, ho preso anche lo zaino con tutti i documenti. Lo prendo sempre con me. Ho preso anche una cosa buona da mangiare. Ho pensato che anche se sarò nel bunker per un giorno avrò questa brioche. Mi piace mangiare. Oggi ho lavorato dalle 9 di mattina fino alle 9 di sera, adesso abbiamo questi turni pazzeschi perché ci sono molte notizie. Sono venuta a casa, mi sono messa a letto e ho sentito il suono della sirena. Adesso abbiamo anche gli ‘scherzi’ di guerra, per proteggerci. Cose buffe tipo ‘speriamo che non ci saranno le sirene’ oppure ‘è possibile che quando suona una sirena in Ucraina suoni anche in Russia per far capire cosa si prova?’ . La sirena di notte può suonare anche tre, quattro, cinque volte. Vi ho già detto che tante volte non reagisco neanche a queste sirene. Oggi e ieri non ho fatto quasi niente per il mio diario perché avevo le giornate molto difficili. Ieri ho fatto un’intervista con un ragazzo di Azov che oggi è a Mariupol, una cosa troppo difficile. Vi racconterò domani. Ora vado a letto e speriamo che non ci saranno le sirene. 

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