DI EMILIA LEBAN
URBINO – La guerra in Ucraina è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. È solo l’ultimo tassello di un puzzle di eventi che hanno avuto un impatto negativo sull’economia di Urbino, del territorio circostante e dell’Italia intera. Ne parla con il Ducato Dino Pesole, giornalista del Sole24Ore e docente all’Ifg di Urbino: “Il problema nasce ben prima della guerra in Ucraina. Dall’estate del 2021 si è assistito a un aumento generalizzato del costo dell’energia, derivato da tensioni geopolitiche che hanno causato l’aumento del prezzo del petrolio”.
L’inflazione in aumento
Un effetto che si è riversato immediatamente sull’inflazione, determinando un impatto significativo sull’intera economia. Se fino a qualche settimana fa la Banca centrale europea era convinta che l’inflazione potesse a rientrare, l’invasione dell’Ucraina ha cambiato le carte in tavola. “Ora siamo al +5,7%, molto lontani dal livello ottimale del +2%”, ha detto Pesole. “In Italia siamo molto dipendenti dalle importazioni di gas russo e di materie prime come grano, olio di semi di girasole, alluminio e nichel. E quando c’è una variazione di prezzi a livello mondiale noi ne risentiamo particolarmente”.
“Per ora solo interventi tampone. Da soli possiamo fare poco”
Come risolvere la situazione, dunque? “Per quanto riguarda l’energia da soli possiamo fare poco – ha detto il giornalista – Dobbiamo trovare fonti alternative o rivolgerci ad altri canali, ma è un processo lungo. E a noi serve una soluzione rapida”. Tutto dipende da quanto durerà la guerra.
“Nell’immediato il governo può attuare solo degli interventi tampone: abbassando il prezzo della benzina e offrendo sussidi alle famiglie e le imprese più in difficoltà”. Il Pnrr può essere d’aiuto a smarcarsi dalla dipendenza energetica russa, trasformando l’economia italiana in chiave green. “Ma è una soluzione a lungo termine – ha detto Pesole – Abbiamo scorte di energia sufficienti fino a ottobre e a noi serve un intervento immediato”.