Le poesie di un chimico, Andrea Tontini, docente Uniurb scomparso 10 anni fa

di DAVIDE FANTOZZI

URBINO – Per i suoi colleghi e amici era “un ponte da proteggere tra scienza e umanesimo”. L’eredità di un pensiero e della persona, lo studioso, che lo esprimeva, resta nei tanti occhi commossi che hanno riempito l’Aula Magna dell’Università di Urbino per il ricordo di Andrea Tontini. A 10 anni dalla scomparsa del chimico di fama internazionale e docente dell’UniUrb è stato presentato il libro Tra gli inorganici e il muro. All’interno, una raccolta delle poesie scritte da Tontini. Il rettore Giorgio Calcagnini, pur “non avendolo mai conosciuto di persona”, ricorda ancora “il giorno della sua morte. Il desiderio di trovare una spiegazione a una decisione, quella di togliersi la vita, che non si può spiegare”. La cosa migliore per chi ha conosciuto Tontini, afferma Calcagnini, è “ricordarlo per la persona che era, per quello che ha fatto e per ciò che ha scritto”.

Il rettore dell’UniUrb, Giorgio Calcagnini, durante il suo intervento

Anche il direttore del Dipartimento di scienze biomolecolari, Marco Rocchi, riconosce l’importanza del ricordo. Qualcosa che “è doloroso, ma anche piacevole”, ammette. In particolare nei confronti di una persona “attenta e curiosa”, verso cui “non abbiamo il dubbio di parlarne bene solo perché non c’è più”. Rocchi parla con voce decisa, scandendo bene le parole, ma abbassa leggermente il tono di voce quando al ricordo di Tontini si affianca quello di Marco Pivato, figlio dell’ex rettore Stefano Pivato e giornalista, scomparso pochi giorni fa. “Avevano uno sguardo comprensivo sul mondo, non a compartimenti stagni. Se si fossero conosciuti si sarebbero piaciuti”, asserisce.

Il professor Marco Rocchi condivide il suo ricordo di Tontini

Salvatore Ritrovato, professore di Scienze umanistiche e curatore del libro Tra gli inorganici e il muro, parla del valore nell’apertura alla multi e interdisciplinarietà, il “messaggio che ci lascia Andrea e di cui oggi avremmo tutti bisogno.” La capacità di Tontini di essere un tramite tra due poli, e il rimpianto per averlo perso troppo presto. “Se negli ultimi 10 anni lo avessimo avuto con noi – dice Ritrovato – avrebbe fatto da ponte tra mondo scientifico e umanistico. E i ponti vanno protetti bene”.
Sono poi intervenuti conoscenti e amici, con i loro ricordi. Il professor Andrea Duranti ricorda di come Tontini a biliardo amasse “studiare le traiettorie delle palle con l’aiuto della fisica”. Per il collega Vincenzo Fano “c’è la sensazione che manchi qualcosa, e dobbiamo imparare ad accettare questa assenza”. Per l’amico Gabriele Amadori “la sua morte è una spina nel cuore”. La commemorazione è proseguita alle 13.30, con la messa in suffragio di Tontini celebrata nella Chiesa di San Domenico.

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