DI IRYNA GULEY
Testo raccolto da Alice Tombesi e Sara Spimpolo
URBINO – I russi hanno colpito il ponte nella zona dove si trovano i miei genitori. Casa mia si trova lì dove c’è il punto rosso. Hanno colpito due volte. La prima volta non sono riusciti a distruggerlo completamente. Ieri mattina ce l’hanno fatta. È rimasta solo una strada per arrivare a Odessa, vicino Palanca. Una regione molto vicina alla Transnistria, dove ci sono movimenti pericolosi perché ci sono i militari russi e possono attaccare in ogni momento.
Non possono spostarsi in macchina, da noi non è così facile possedere un auto. Si può fare con l’autobus. I miei genitori sono partiti verso la stazione di Odessa per venire qui dove sono io nell’ovest. Arriveranno in una città dove ci sono i nostri parenti, c’è la sorella di mio padre che non lo vede da 11 anni. Quando ho cercato di convincere mio padre a partire non voleva, per via della salute, ma ora che il ponte è stato colpito ha finalmente cambiato idea. Loro non erano preoccupati, io sì. Gli ho chiesto di partire per almeno una settimana e se la situazione rimarrà stabile potranno tornare a casa.
Oggi ho sentito un esperto militare che dice che non c’è pericolo in Transnistria ma non so se è mai stato nella regione di Odessa. Dice che colpendo il ponte, i russi vogliono bloccare i nostri militari per non attaccare la Transnistria ma secondo me è il contrario. Vogliono bloccare questa parte per attaccarla dalla Transnistria. È successa la stessa cosa nella regione di Kiev. Quando l’hanno attaccata, lo scopo principale era difendere la città non la regione. E tutto intorno non c’è protezione. La regione di Odessa può diventare una seconda Bucha.
I russi cercano di tagliare questa piccola parte con le loro forze. Vediamo chi ha ragione ma non voglio rischiare con le vite dei miei genitori. Speriamo che tutto vada bene.