Corruzione in appalti pubblici, denunciati imprenditori e funzionari tra Pesaro e Urbino

di BEATRICE GRECO

URBINO – “Firmo che hai finito i lavori, anche se non è così. Ma tu mi ristrutturi il bagno di casa”. Questo l’accordo telefonico tra un funzionario di Erap, l’Ente regionale per l’abitazione pubblica, e un imprenditore edile incaricato, tramite appalto pubblico, di ristrutturare alcune case popolari. Sette le persone denunciate dalla Guardia di Finanza di Pesaro per condotte illecite nelle procedure di appalto dei lavori pubblici: tre sono funzionari Erap e quattro sono imprenditori del Pesarese e del Napoletano.

Secondo quanto emerso dalle indagini, condotte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria comandato dal tenente-colonnello Tommaso Commissione, i funzionari attestavano la fine dei lavori, anche se non erano terminati, e le imprese ricevevano pieni pagamenti. In due casi, la moneta di scambio è stata la ristrutturazione di case di proprietà dei funzionari stessi. Tra le ipotesi di reato segnalate dalla Finanza, ci sono abuso d’ufficio, frode in pubbliche forniture e corruzione.

Lavori pubblici completati solo al 70%, ma pagati al 100%

A far partire le indagini, svolte tra il 2016 e il 2019, la denuncia di un nuovo dirigente dell’Ente che si era accorto che qualcosa non andava nel lavoro dei suoi collaboratori. Da qui, il controllo della Guardia di Finanza di Pesaro in un cantiere di San Lorenzo in Campo commissionato da Erap. Dopo la scoperta delle irregolarità, i sopralluoghi si sono allargati ad altri cinque cantieri, di cui uno anche a Urbino, dove però non sono emerse procedure anomale.

Lavori di ristrutturazione incompleti, invece, a Pesaro e Fano, oltre che a San Lorenzo in Campo. “Si tratta di opere strutturali, non visibili a occhio nudo” spiegano fonti della Guardia di Finanza, che nelle indagini sono state affiancate da un architetto nominato come consulente tecnico dalla Procura della Repubblica. E’ stato così possibile accertare che solo il 70% delle opere di ristrutturazione era stato portato a termine dalle aziende appaltatrici, che però ricevevano compensi pieni.

“Sono ditte che operano spesso con la Pubblica Amministrazione – spiegano dal Nucleo di polizia economico-finanziaria -: sanno come funzionano gli appalti e sovente tra i proprietari e i funzionari intercorrono rapporti di conoscenza, se non di amicizia”. Tra i quattro imprenditori denunciati, di cui non vengono fornite le generalità, due sono della provincia di Pesaro-Urbino: uno, 57 anni, è il titolare di un’azienda di Colli al Metauro, l’altro 49 anni, lavora a Serra Sant’Abbondio. Le altre due aziende sottoposte a controllo sono campane: una è di Caivano, in provincia di Napoli, l’altra è di Frignano, nel Casertano, con una sede locale anche a Pesaro. Residenti a Fano due dei tre funzionari Erap che hanno firmato le certificazione di fine lavori, hanno 54 e 52 anni; il terzo, 69 anni, è residente a Pesaro.

Secondo la Guardia di Finanza, il danno erariale è di circa 518 mila euro.

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