di ENRICO MASCILLI MIGLIORINI
URBINO 20 MAG -Dalla parole di chi ha collaborato con lei, di Silvia Cuppini esce l’immagine di una docente universitaria sui generis. Una donna di cultura che allo studio accademico ha sempre affiancato un vivo rapporto con la città, che si riassume nel suo assessorato alla Cultura. “La passione per la divulgazione del patrimonio artistico urbinate, unita all’attenzione per tanti giovani artisti che grazie a lei hanno trovato spazi e motivazioni per continuare a inseguire i propri sogni”, ha sintetizzato il rettore dell’Università di Urbino Giorgio Calcagnini, che ha inviato al Ducato un testo in cui ne commemora la persona.
SILVIA CUPPINI – Le parole del collaboratore all’atelier Mjras: “Museo Omero sua eredità”
“Silvia Cuppini è stata una figura di riferimento non solo per i tanti studenti ai quali ha trasmesso l’amore per l’arte quale strumento per comprendere la vita e che grazie a lei hanno continuato a testimoniare a distanza di anni il legame con l’Università di Urbino, ma per l’intera città”. Il rettore prosegue puntando l’attenzione sulle pubblicazioni di alto spessore culturale della professoressa Cuppini, che ha saputo unire “all’attività accademica di professore di Storia dell’Arte contemporanea la cura di numerose mostre in collaborazione con Istituto d’Arte, Accademia di Belle Arti e Accademia Raffaello, in cui si distinse quale membro attivo e importante”.
“In tempi in cui il concetto di Terza Missione non era ancora stato coniato – prosegue Calcagnini – Silvia Cuppini lo espresse già compiutamente grazie alle sue opere sui più importanti artisti del territorio come Anselmo Bucci, Renato Bruscaglia, Carlo Ceci, Armando De Santi, Mario Logli e tanti altri, intessendo rapporti costanti con istituzioni marchigiane e internazionali fino all’impegno nell’amministrazione comunale nel ruolo di assessore alla Cultura, che la vide ideare e creare tra l’altro il Museo della Città”.
“Una persona che riusciva nel suo atelier a riunire tante personalità diverse di Urbino, che non è una cosa facile e testimonia quanto fosse voluta bene. Certamente una brutta perdita per il mondo culturale della città”, dice al Ducato il professore Roberto Mario Danese, che con Cuppini ha collaborato all’iniziativa urbinate per sempre che consisteva in registrazioni audio di brani di scritti di Carlo Bo, recitate da varie personalità e caricate sul portale di Ateneo.
SILVIA CUPPINI LEGGE CARLO BO – “A casa del Duca”
Nello stesso anno dei venti anni dalla morte di Bo, di cui Cuppini fu allieva, venne presentato il catalogo della mostra sull’anniversario della scomparsa del critico letterario. C’era anche il prof Danese: “Rimasi sorpreso di sapere che avrebbe partecipato e anche di vederla poi alla presentazione, perché avevo saputo che non stava bene”, ricorda. “Ma quel suo toccante e preciso intervento sulle luci e le ombre di Palazzo Ducale fu una sorta di eredità, oltre che un omaggio a Carlo Bo cui era molto affezionata”.