Urbino è accessibile? Un’app per mappare le barriere. L’idea arriva dalla Scuola del Libro

La studentessa Giorgia Ritrovato che illustra il modello ideato dalla sua classe
di ALICE TOMBESI

URBINO – Hanno esplorato Urbino alla ricerca di barriere architettoniche che ostacolano il percorso di una persona con disabilità, salite troppo ripide impossibili da affrontare spingendo una carrozzina, gradini di marciapiedi e scale senza montacarichi. Le hanno mese su mappa e hanno pensato all’utilizzo che vorrebbero farne. L’idea è quella di sviluppare un’applicazione che si chiamerà “Città per tutti” da scaricare sul telefono o computer. Il progetto ideato dalla classe V A del liceo artistico Scuola del Libro di Urbino nasce in collaborazione con l’associazione Piattaforma solidale: gli alunni hanno visitato luoghi pubblici – ristoranti, musei, strade, servizi igienici – per valutare quali sono quelli in cui è difficile accedere e ne hanno classificato le barriere per gradi.

La schermata iniziale di questa, che è ancora un’idea di applicazione, presenta diverse opzioni: quella di ricerca – per capire qual è il percorso più facile per un disabile – quella per trovare ristoranti, musei, negozi, bar o servizi igienici. “Siamo andati nei luoghi che attraggono turisti a Urbino per vedere se sono accessibili e ci siamo accorti che alcuni non lo sono” spiega Giorgia Ritrovato, una delle studentesse che ha lavorato al progetto.

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Prendiamo Palazzo Ducale. Chi arriva a Urbino saprà in anticipo, secondo l’indagine degli studenti, che lì non troverà un bagno accessibile in carrozzina ma che c’è un montacarichi per poter salire le rampe di scale. Una situazione completamente diversa rispetto alla casa di Raffaello, quasi impossibile da poter visitare: ci sono scalini ovunque e nessuna facilitazione. C’è poi la sezione dei ristoranti. Gli studenti ne hanno mappati due: la Taverna degli Artisti e il Ragno d’Oro. In entrambi scale all’interno ma nel caso del secondo, è presente un bagno accessibile in carrozzina.

“Il nostro è solo un progetto – spiega Giorgia – per far nascere l’applicazione serve un team vero e proprio di esperti”. La mappatura, quindi, è l’embrione dell’idea. Nei luoghi scelti, gli studenti hanno pensato di aggiungere dei simboli colorati ad indicare 3 gradi diversi di accessibilità: “Il verde sta per ciò che è accessibile, visitabile o facilmente percorribile; il giallo sta per quelle che possono rappresentare barriere per alcuni ma non per altri; il rosso indica una barriera per tutti”.

I diversi gradi di accessibilità ideati dagli studenti

L’applicazione potrebbe essere sperimentata per prima a Urbino, una città che, assicura il presidente dell’associazione Piattaforma solidale Massimo Domenicucci “ha strade principali percorribili e pavimentazioni perfette”. Per Domenicucci, la problematica più evidente è quella dell’accesso alle attività commerciali “ma si potrebbe risolvere con piccoli interventi: una pedana o una stesa di cemento”. A mancare, però, sono le segnalazioni e in particolare quelle che indicano a una persona con disabilità dove trovare i servici igienici adatti.

“Questo progetto scolastico non vuole solo abbattere le barriere architettoniche – prosegue Domenicucci – ma anche quelle psicologiche e culturali che fanno di una persona con disabilità una persona diversa”. Per non cadere nel distinguo è necessario partire dai giovani, da chi – per difetto d’età – ha una tendenza meno discriminatoria e una mente più incline alla creatività: “È lo strumento che, partendo da regole standardizzate, lascia agli altri un prodotto nuovo e inaspettato”.

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