di ALICE TOMBESI e EMILIA LEBAN
FERMIGNANO – “Grazie al vostro menefreghismo sono praticamente costretto a scegliere la strada della sedazione profonda e continua”. È arrabbiato Fabio Ridolfi mentre scrive queste parole con gli occhi sul puntatore oculare durante una conferenza convocata nella sua casa a San Silvestro, una frazione di Fermignano. Fabio, nel video girato dal Ducato, accusa la sanità regionale: “È inaccettabile che l’Asur abbia comunicato il parere del comitato etico 40 giorni dopo – continua Ridolfi – in quel lasso di tempo sono stati fatti tre solleciti. Mi hanno volutamente ignorato. Basta trattarci come cittadini di serie B”. Si fa testimone di tutti coloro che, come lui, vivono una vita che non sentono più loro. “Vorrei dire alle persone come me di farsi sentire, altrimenti le cose non cambieranno mai. È ora che in Italia si parli chiaramente di eutanasia. È atroce non poter decidere liberamente della propria vita mentre aspetti per mesi che altri lo facciano al posto tuo. Scegliere di morire è un diritto di tutti. Spero che questo serva ad aiutare quelli che purtroppo vivranno la mia condizione”.
Ridolfi ha 46 anni ma è immobilizzato a letto da 18 a causa di una tetraparesi. “È assurdo che ci voglia più di un mese per individuare il farmaco mortale” e infatti, tra qualche giorno, verranno spenti i macchinari che lo tengono in vita per poi ricevere il farmaco per la sedazione profonda e continua.