“Non matricole ma persone”: campagna comunicazione Uniurb pensata dagli studenti

Da sinistra: Paolo Iabichino, il rettore Giorgio Calcagnini e Giovanni Boccia Artieri. Alle loro spalle gli studenti e le studentesse che hanno ideato la campagna
di SARA SPIMPOLO

URBINO – “Non matricole ma persone”, è questa la frase chiave della nuova campagna di comunicazione dell’Università di Urbino, presentata oggi nell’aula Magna del rettorato alla presenza del rettore Giorgio Calcagnini, del Prorettore alla comunicazione Giovanni Boccia Artieri e del Direttore creativo della campagna, Paolo Iabichino.

I valori dell’università per studenti e studentesse

Gli studenti e le studentesse che hanno ideato la campagna insieme a Paolo Iabichino e Giovanni Boccia Artieri

Alfredo Anedda, Gabriele Antognoli, Giorgia Ascari, Chiara Ramadori e Grazia Sigismondo sono stati gli studenti e le studentesse della magistrale in comunicazione e pubblicità per le organizzazioni dell’Uniurb che si sono occupati dell’ideazione dei manifesti che compongono la comunicazione dell’anno accademico 2022-2023, a partire dalla campagna per le immatricolazioni dal 20 luglio. Il loro gruppo è stato scelto tra altri quattro che hanno partecipato alla selezione finale. Studenti e studentesse si sono occupati della scrittura della campagna, che è stata poi affidata all’art director Sergio Stenco e al project management di Valentina Cano.

“Non docenti ma guide”, “Non esami ma sfide”, “Non titolo ma crescita”. Sono questi alcuni dei claim che a partire da metà luglio e fino a dopo l’inverno gli urbinati vedranno scritti sui cartelloni pubblicitari, sugli autobus e soprattutto via social. ‘Slogan’ che esprimono i valori chiave che, per gli studenti coinvolti, rappresentano l’Uniurb: la lontananza dalla logica di profitto, la crescita tramite dialogo e non tramite giudizio, l’importanza della comunità e della partecipazione.

Non la classica campagna

“Questa non è la classica campagna in cui si vede uno studente sorridente in aula che dice ‘Qui si studia bene, diventerò il leader del futuro’ – ha spiegato il professor Boccia Artieri -. Si tratta invece di una campagna manifesto che prende posizione e ha una voce molto forte, quella di chi l’ateneo lo vive e ha un’idea molto chiara di come dovrebbe essere. Noi siamo stati un amplificatore di queste voci, dell’urgenza di una generazione che pensa l’università e il mondo da un’altra prospettiva. Una campagna fatta da ragazzi e pensata per i ragazzi, infatti viaggerà molto tramite i social. Una campagna che necessita di avere alle spalle un ateneo che si sappia prendere dei rischi, ma che dai giovani viene apprezzata perché è sincera: quando mia figlia l’ha vista mi ha detto ‘Finalmente qualcuno che dice quello che penso'”.

Un concetto ribadito da Alfredo Anedda, uno degli studenti ideatori. “Potevamo percorrere due strade – spiega -: fingere che tutto fosse come prima e andare avanti; o abbracciare i cambiamenti che ci sono stati di recente e viverli con il carattere innovativo che ha sempre contraddistinto l’Università di Urbino. Abbiamo scelto quindi di dare un tono rivoluzionario alla campagna, realizzando un manifesto, il nostro”.

“Ci abbiamo lavorato per un mese e mezzo circa – dice Giorgia Ascari, un’altra delle ideatrici – e abbiamo avuto l’opportunità di scardinare alcuni aspetti dell’università tradizionale, come il fatto che veniamo considerati solo numeri e voti”.

Manifesto per un appello civico

“La tossicità della performance ha generato una sorta di consumismo scolastico: un’educazione che pensa gli studenti come numeri e non come persone, esclude i meno attrezzati e non favorisce l’inclusione – ribadisce Paolo Iabichino, coordinatore dei ragazzi nella realizzazione della campagna -. Questo è un messaggio che gli studenti  hanno intercettato, anche grazie a una serie di interviste che hanno fatto a loro coetanei o a giovani liceali, e denunciato. Abbiamo disegnato una campagna di perché e di prese di posizione, per far tornare l’università a essere un luogo dove le persone non si formano per diventare classe manageriale, ma semplicemente per conoscere. È un appello civico; non è un caso che la grafica riprenda quella di pubblica utilità creata da Massimo Dolcini proprio a Pesaro e Urbino e poi utilizzata in tutto il mondo”.

“Chi sceglierà Urbino non deve aspettarsi una realtà idilliaca e utopica, bensì una realtà coerente con ciò che stiamo vivendo – afferma Grazia Sigismondo, un’altra delle studentesse coinvolte -. Ma le sfide che li aspettano non le affronteranno soli e sole: la nostra università si è sempre posta come un ascoltatore fuori campo dei suoi studenti e studentesse, e ora ha deciso di alzare la voce e farsi sentire”.

Da pari a pari

“Quest’anno la campagna di comunicazione è stata pensata da pari a pari – ha spiegato il rettore Calcagnini -: una scelta che serve a ribadire con forza che gli studenti e le studentesse sono il nostro capitale umano che guarda al futuro. Ci auguriamo che il prossimo anno accademico possa essere diverso dagli ultimi due; prevedo si possa tornare completamente in presenza, ma senza dimenticare le esperienze degli anni passati, perché gli strumenti per la didattica a distanza possano raggiungere anche chi non è in grado di frequentare in presenza”.

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