È morto Fabio Ridolfi, era in sedazione profonda nella propria stanza

Fabio Ridolfi

URBINO, 13 GIU. – Fabio Ridolfi è morto. Lo rende noto la famiglia sul sito dell’associazione Luca Coscioni. È entrato in sedazione profonda intorno alle 9.15 del mattino, nella propria camera da letto. La morte è avvenuta otto ore dopo, precisamente alle 17.24. A raccontarlo al Ducato è il medico curante della famiglia Ridolfi, e consigliere regionale delle Marche, Giorgio Cancellieri, che era nella stanza con Fabio e la sua famiglia. Insieme a loro, anche il dottor Carlo Alberto Brunori e la sua equipe, che si sono occupati della somministrazione dei farmaci.

Diversamente da quando annunciato ai giornalisti in conferenza stampa la scorsa settimana, la famiglia Ridolfi ha deciso di svolgere tutta la procedura in casa. “Per garantire maggiore riservatezza”, ha spiegato Cancellieri. “Prima dell’inizio della pratica, abbiamo chiacchierato e scherzato. Fabio è stato sereno fino alla fine”. Poi la sedazione, che Cancellieri definisce come “un momento molto duro, ma la sua famiglia è stata forte, dimostrando un senso di abnegazione e umanità incredibile”.

Fabio se n’è andato poco dopo che il capitano della Roma Lorenzo Pellegrini aveva rilasciato un videomessaggio con cui lo salutava e gli mandava “un grande abbraccio e un bacio”: Fabio aveva espresso come ultimo desiderio quello di incontrare Pellegrini e Nicolò Zaniolo, altro calciatore giallorosso. Nel video rilasciato dall’associazione Luca Coscioni per mostrare il loro incontro virtuale, si vede Fabio che contiene a stento l’emozione e non smette di sorridere.

L’associazione ha commentato così la sua morte: “Fabio Ridolfi è morto senza soffrire, dopo ore di sedazione e non immediatamente come avrebbe voluto”, dichiarano Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente segretaria nazionale e tesoriere dell’associazione Luca Coscioni.

“Oggi vogliamo innanzitutto unirci al dolore della famiglia di Fabio”, si legge sul sito. “Da domani continueremo a batterci affinché non si ripetano simili ostruzionismi e violazione della volontà dei malati. Continueremo in ogni caso a fornire aiuto diretto alle persone che si rivolgeranno a noi per fare valere il loro diritto di decidere sulla propria vita”.

Ridolfi voleva porre fine alla propria vita: da 18 anni era costretto in un letto per la tetraparesi da rottura dell’arteria basilare, senza possibilità di movimento ad eccezione degli occhi. La famiglia annuncia lo svolgimento dei funerali in forma privata e chiede alla stampa il rispetto della privacy. A San Silvestro, il suo quartiere della città di Fermignano, sono suonate le campane a lutto, come ultimo saluto della comunità.

cr

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