URBINO, 29 GIU – Deluso e amareggiato dalla sua stessa maggioranza, il consigliere regionale di Civici Marche Giacomo Rossi commenta così l’esito della discussione di ieri quando è stato costretto a ritirare la mozione contro l’accorpamento delle diocesi di Pesaro e Urbino: “Il Consiglio regionale ha perso l’ennesima occasione di dimostrare vicinanza al nostro entroterra. Una decisione che dimostra come la politica regionale rimanga ancora troppo distante dalle esigenze e dalle richieste del territorio”. Rossi ha inoltre aggiunto che “la presa di posizione della maggioranza in Consiglio regionale è stata probabilmente indotta da qualche alto prelato locale o romano, che ha voluto che la mozione fosse affossata. Se così fosse sarebbe una cosa molto grave, perché condanna l’entroterra, già troppo spesso privato di servizi e risorse, a subire scelte altrui anche per quanto riguarda l’identità storica”.
Il testo presentato da Rossi si scagliava contro l’accorpamento dell’Arcidiocesi di Urbino, Urbania e Sant’Angelo in Vado, su cui la settimana scorsa si era espresso anche il Comune di Urbino. La mozione è stata ritirata dallo stesso consigliere prima del voto. Dopo l’intervento introduttivo di Rossi e del consigliere leghista Giorgio Cancellieri a sostegno della mozione, firmata anche dal presidente del Consiglio regionale Dino Latini, il capogruppo del Partito Democratico Maurizio Mangialardi aveva annunciato che l’opposizione sarebbe uscita dall’aula per il voto sul testo proposto da Rossi. Successivamente, il presidente della Regione Francesco Acquaroli ha richiesto la sospensione della seduta. A seguito di questa richiesta è stato comunicato a Rossi che non c’era convergenza della maggioranza sul testo proposto, riferisce il consigliere di Civici Marche, e perciò ha deciso di ritirarlo.
Rossi ha inoltre comunicato al Ducato la sua intenzione di scrivere una lettera al papa emerito Benedetto XVI, “per chiedere tutto l’aiuto possibile al fine di evitare che ci sia questo accorpamento”.
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