URBINO, 16 SETT – “Siamo sbigottiti ma non sorpresi”, dice Piero Farabollini, presidente dell’Ordine dei Geologi delle Marche, commentando l’alluvione che ha colpito le province di Ancona e Pesaro e Urbino la notte scorsa. “È un evento eccezionale, ma gli allagamenti e le esondazioni che si sono verificati si sarebbero potuti mitigare con un adeguato lavoro di prevenzione”.
“Non si può parlare di sfortuna”, aggiunge Farabollini, soprattutto a Senigallia, dove un evento simile era già accaduto nel 2014, provocando la morte di tre persone. Tra gli interventi citati dal geologo, necessari per mettere in sicurezza il territorio, l’innalzamento degli argini nel centro abitato, il drenaggio del fiume a valle e la predisposizione di vasche di laminazione e espansione. “Sono passati otto anni da allora e tutto questo non è stato ancora realizzato”.
“Se qualcuno non lo avesse ancora compreso, lo ribadiamo con forza: il clima è cambiato”, dice il geologo. La quantità di pioggia è più o meno la stessa di quella che si registrava anche in passato, ma è il regime pluviometrico a essere diverso: ora assistiamo a lunghi periodi di siccità e a forti alluvioni. La ricetta, in questi casi, è “tenere puliti i letti dei fiumi, non costruire nelle zone alluvionali e alzare gli argini”.
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