di ENRICO MASCILLI MIGLIORINI
URBINO – Decine di studenti fuorisede hanno ammesso che non voteranno il prossimo 25 settembre alle elezioni politiche per difficoltà logistiche ed economiche. Fosse stato il 25 ottobre gli studenti sarebbero stati centinaia. Secondo le ultime stime, i fuorisede in Italia sono circa 5 milioni, e il problema è di quelli ricorrenti ed è un argomento ad ogni elezione. “Ma perché non posso votare da qui? I miei amici stranieri lo fanno”, dice Antonio, che viene da un paese vicino a Potenza, storie come le sue, il Ducato ne ha ascoltate almeno una ventina. Nell’Unione Europea, infatti, solo in Italia, Malta e Cipro non è possibile votare per corrispondenza. A farne le spese sono soprattutto gli studenti che vivono sotto “la linea della A-16” Napoli-Bari.
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In questo momento, a Urbino, ci sono solo gli studenti che devono laurearsi o dare un esame, poi ci sono le matricole che hanno i test di ammissione. Ed è una fortuna, perché fine settembre è un momento relativamente calmo. L’Università di Urbino ha comunicato ai suoi studenti l’inizio delle lezioni al 27 settembre, lasciando dunque libero il 26 per permettere a ragazzi e ragazze di votare domenica 25 e poter raggiungere la città ducale con tranquillità. Una decisione sollecitata dalla presidente del Consiglio degli studenti, Federica Titas, raggiunta dal Ducato: “Quando si è saputa la data del voto abbiamo iniziato a ragionarci e a fine agosto abbiamo inviato una richiesta all’Università per posticipare l’inizio delle lezioni”.
Urbino isolata e poche ferrovie al Sud
Purtroppo non basta, non per tutti. I problemi di viabilità di Urbino, che non ha una stazione ferroviaria, sono annosi e non sono stati risolti dalla tratta integrata bus/treno Ami-Trenitalia che collega Urbino a Roma passando per Fabriano. Secondo le voci raccolte, gli studenti che vengono dalla parte sud della Puglia, Basilicata, Calabria e isole sono i più svantaggiati. “Sono arrivata a Urbino per dare un esame mercoledì (21, ndr) – dice Alessandra dalla provincia di Cosenza – e non potrei tornare a casa a votare e salire senza perdere giorni di lezione e comunque facendo tutto di fretta. Anche questa cosa che si vota solo domenica ci ha penalizzati”. Il sud e le isole infatti possono contare su una rete ferroviaria di 5.714 chilometri, a fronte dei 10.995 di centro e nord Italia. Nel Piano di ripresa e resilienza (Pnrr), 25 miliardi di euro sono destinati a investimenti sulla rete ferroviaria per ridurre questo divario.
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Solo lo scorso febbraio, Il Ducato aveva denunciato l’isolamento di Urbino tramite la testimonianza di decine di ragazzi e ragazze. Per raggiungere un grande centro come Napoli ci possono volere fino a nove ore, un tragitto che percorso in auto si compie in cinque ore. Si pensi a chi dal capoluogo campano deve poi trovare una coincidenza tra bus e treni per raggiungere zone ancora più a Sud.
Anche scontati, prezzi troppo alti
Non bastano neanche le agevolazioni offerte da Trenitalia, che offre il 70% di sconto sui Frecciarossa e il 60% sui regionali, e di Italo, che taglia del 60% le Economy e del 70% le Flex. C'è anche molta disinformazione, Titas ha riferito di molti studenti che pensavano di poter votare a distanza e non si sono interessati, altri credevano di dover pagare il biglietto intero e poi sperare nella restituzione e hanno lasciato perdere. Ma anche informarsi a volta non basta: "I prezzi restano comunque alti, dai 40 euro in su, e non posso permettermelo", dice Giuseppe della provincia di Lecce. "Io allo stesso prezzo potevo tornare a votare o vedere un concerto a Milano", aggiunge Luca, un suo amico. "Volevo andare a votare, ma onestamente questa campagna elettorale compressa mi ha solo confuso e non mi riconosco in nessuno, quindi vado a Milano". "Io invece tornerò a votare - commenta Angela, del Molise - ma mi conviene perché sono scrutinatrice".
"Da anni chiediamo che venga ammesso il voto per corrispondenza (una proposta della lista +Europa, ndr), altrimenti bisogna affidarsi a colpi di fortuna come il mio ragazzo che può tornare in Basilicata a votare solo perché il padre si trova a passare da Pesaro con l'auto". Anche Laura viene dalla Basilicata e vive con Anna, dalla provincia di Verona. Nessuna delle due andrà a votare, a malincuore: "Anche al nord non è sempre facile arrivare, soprattutto se si ha solo un giorno e bisogna fare tutto in fretta", spiega Anna. "Molti dei miei amici che vengono dal sud come me - dice Laura - non tornano. Quelli delle isole non ci hanno proprio pensato, noi abbiamo valutato. Per me la spesa tra freccia e regionali si aggira sui 100 euro ed è troppo".
Poco tempo per decidere
Pesa sulle decisioni degli studenti anche la tempistica con cui sono state chiamate le elezioni e il panorama dei partiti in generale. Molte voci raccolte dal Ducato confermano che pochi giovani hanno le idee chiare e si riconoscono in un volto, un nome o un simbolo. "Molti ancora non sanno chi votare, e comunque non si riconoscono in nessuna corrente - conferma Titas, che aggiunge - non sarebbe cambiato comunque nulla se le elezioni fossero state tra un mese o due perché dei fuorisede comunque non interessa a nessuno".