URBINO, 21 SET. – Si è concluso con la condanna di sei dei nove imputati nel processo Vallefuoco per estorsione e rapina. A Francesco Vallefuoco, già condannato in Romagna per altri reati con aggravante mafiosa, il collegio dei giudici del Tribunale di Urbino ha inflitto la pena più alta: tre anni e quattro mesi, con interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. I fatti risalgono al 2010, Vallefuoco è accusato di aver costretto con la violenza l’imprenditore Diego Cecchini (costituitosi parte civile) a versare quasi 72 mila euro alla sua società di recupero crediti, Ises, e più di 43.650 all’imprenditore di Petriano Carlo Marini, verso il quale era in debito. Assieme a Vallefuoco sono stati condannati per gli stessi reati, in concorso, Lucia Esposito (1 anno e otto mesi, 400 euro di multa), Salvatore Lionetti (2 anni di reclusione e 400 euro di multa), Vincenzo Salomone (2 anni di reclusione e 400 euro di multa), Pasquale Perrone (sei mesi di reclusione, 100 euro di multa), Gennaro D’Amore (1 anno e otto mesi di reclusione e 400 euro di multa). Pena sospesa per Esposito e D’Amore. È estinto il reato di Giovanni Abete, nel frattempo deceduto. Unico assolto: Giuseppe Vallefuoco, fratello del boss, per non aver commesso il fatto.
Prescrizione del reato per Carlo Marini, che rispetto all’originaria imputazione era stato riformulato in “esercizio arbitrario delle proprie ragioni”. Prescrizione anche per i reati di lesioni personali e danneggiamento di cui erano accusati Lionetti, Salomone e Perrone. Gli imputati sono stati condannati a pagare le spese processuali.