di SARA SPIMPOLO
URBINO – Qualche miliardo di euro. È questa la stima che il presidente della regione Marche Francesco Acquaroli ha fatto dei danni provocati dall’alluvione che ha devastato diversi territori dell’anconetano e della provincia di Pesaro e Urbino. Il governo ha stanziato cinque milioni di euro per le popolazioni colpite, una “tessera di un puzzle che dovrà essere molto più ampio”, secondo il segretario di Cna Pesaro Urbino, Moreno Bordoni. Solo alla vetreria Vallarelli di Pontedazzo, a pochi chilometri da Cantiano, i danni si aggirano sui tre milioni.
Le imprese di un territorio in cui il lavoro normalmente scarseggia sono state messe in ginocchio dalla furia dell’acqua, e ora chiedono alla politica di aiutarle a ripartire. “Una stima generale è prematura, ma ci sono intere aree industriali completamente distrutte, a Cantiano come a Senigallia. Migliaia le fabbriche coinvolte”, dice al Ducato il direttore del centro studi della Cna Marche, Giovanni Dini.
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Alle aziende distrutte, come la vetreria di Pontedazzo, si aggiungono quelle che potrebbero continuare a lavorare ma non hanno le infrastrutture per farlo. Come l’azienda di amarene di Cantiano di Igor Lupatelli, dove i camion arrivano passando per un ponte semi-distrutto, il palo del telefono è da riparare e l’elettricità va a viene, mettendo a rischio la conservazione dei prodotti. “Ogni giorno si scoprono nuovi danni”, ammette il direttore di Confesercenti Pesaro Urbino Alessandro Ligurgo.
Il collega di Fano e dell’Alto Metauro, Matteo Radicchi, fa l’elenco delle imprese più colpite: “150 mila euro solo per macchinari e arredi per l’azienda di costruzioni meccaniche Sam snc, 50 mila per il birrificio Corrieri del Catria e non meno di 40 mila per il bar Antica Osteria di Cantiano”. Nei campi, spiega Coldiretti Marche, “i danni ammontano a milioni e comprendono, oltre alle colture distrutte, anche serre, impianti di irrigazione, attrezzature, capannoni, trattori e centri di stoccaggio dei cereali”.
L’acqua nei pozzi è piena di fango, e non è utilizzabile per irrigare. I terreni ancora allagati, continua Coldiretti, “sono coperti di legna e rifiuti, e il rischio concreto è che non si possano effettuare le semine autunnali”. Anche le vigne sono allagate, da Barbara a Serra de’ Conti, dove gli smottamenti hanno danneggiato anche il Verdicchio dei Castelli di Jesi. Molte imprese si erano inoltre convertite al 4.0, automatizzando macchinari, serre e vivai.
A fronte degli ingenti danni, le richieste alla politica sono comuni a tutte le associazioni di settore, da Cia a Coldiretti, da Cna a Confesercenti: il differimento dei termini per il pagamento dei contributi, una moratoria dei mutui per almeno un anno (“l’assessore Mirco Carloni l’ha data per certa”, dice Radicchi) e liquidità immediata per le aziende colpite. “Al governo chiediamo tempestività”, afferma Dini.
Nel frattempo ci si muove per aiutare. Nei mercati di Campagna Amica di Coldiretti sarà avviata una raccolta di beni di prima necessità, la Cna ha messo a disposizione i suoi uffici anche per i non associati, e Confcommercio Marche nord ha avviato una raccolta fondi per far ripartire l’economia locale.