URBINO, 29 SET – I geologi dell’Università di Urbino hanno condotto una ricognizione sui luoghi dell’alluvione che ha colpito le Marche lo scorso 15 settembre. I primi sopralluoghi hanno evidenziato che i maggiori flussi idrici sono giunti dalla zona della Serra di Burano, dove si sono verificate anche le precipitazioni più intense. Le piogge hanno infatti contribuito a spostare a fondovalle i depositi di detriti e legname, causando frane lungo tutto il percorso del fiume. Un fenomeno che ha portato a conseguenze ancor più disastrose nell’area di monte di Cantiano, caratterizzata da rocce impermeabili con poca capacità di trattenere l’acqua. Alle cause naturali si sono aggiunte, secondo i geologi, la mancanza di una “adeguata e costante manutenzione dei corsi d’acqua”.
“In alcune zone i flussi idrici si riducono notevolmente in alcuni periodi dell’anno fino quasi a scomparire, creando difficoltà nell’approvvigionamento di acqua. Questo induce, allo stesso tempo, a una sottovalutazione del problema idraulico per il resto dell’anno”, ha dichiarato il professor Stefano Morelli, docente di Geografia fisica e Geomorfologia applicata all’Uniurb. La franosità del territorio è stata invece analizzata dal professor Mirko Francioni che si occupa di rischi idrogeologici: “Sono numerose le frane che si sono attivate sia direttamente che indirettamente in tutta la zona. A causa dell’incredibile intensità delle precipitazioni, questi fenomeni sono avvenuti a velocità elevatissime, danneggiando molte infrastrutture”. Il professor Marco Menichetti, studioso dell’Appennino umbro-marchigiano, ha aggiunto: “L’ecosistema fluviale è stato modificato in maniera significativa con pesanti ripercussioni sulla biodiversità che caratterizza le aree interne appenniniche”.
L’idraulica fluviale della zona di Cantiano ha subito forti modifiche sin dal secolo scorso, con la deviazione del fiume Burano dal suo percorso naturale. Con l’alluvione del 15 settembre, il fiume è andato a rioccupare il suo vecchio alveo, allagando tutto il centro storico della cittadina. Secondo i geologi, a tutto ciò è la scarsa manutenzione del territorio e dei corsi d’acqua.
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