di STEFANO SCIBILIA
URBINO – Agnese Pini, direttrice del Quotidiano Nazionale, sarà tra gli ospiti del Festival del giornalismo culturale. Il suo panel, sabato 8 alle 9.45, tratterà il tema dell’analisi “dai dati alla realtà” con focus sulla cultura.
Come è cambiato il modo di trattare la cultura?
La cultura è stata travolta dai nuovi media e ha avuto la necessità di rinnovarsi con linguaggi che fino a qualche anno fa erano inediti. Una volta, il giornalismo culturale lo trovavamo nella terza pagina del giornale cartaceo; adesso la vera difficoltà è quella di mantenere l’autorevolezza necessaria con linguaggi totalmente diversi. I social network richiedono un linguaggio estremamente semplice, che passa per le immagini e per i video, dove l’attenzione dell’utente è sempre limitata a massimo venti secondi. Per questo motivo oggi risulta difficile essere esaustivi, quando si trattano temi di cultura attraverso i social.
Quanto sono richiesti oggi gli esperti di data journalism?
Sempre di più perché, tra le varie forme di giornalismo, il data journalism è una delle più importanti, efficaci e autorevoli, prevede un lavoro di inchiesta il più possibile scientifico e con informazioni certe. In realtà l’inchiesta nasce proprio con questi presupposti, ma utilizzava mezzi che si sono modificati nel tempo con il progresso tecnologico, fino ad arrivare oggi al data journalism. Ma lo spirito fondante e l’obiettivo sono gli stessi del giornalismo investigativo: fare chiarezza su alcuni fenomeni, basandosi su un lavoro complesso di ricerca di dati, quindi su quelle famose fonti attendibili che dovrebbero essere la spina dorsale di ogni buon lavoro giornalistico. Oggi fare data journalism non significa solo avere competenze giornalistiche: serve anche tanta dimestichezza con la tecnologia, che ancora pochi hanno; ed è per questo che chi le ha è tanto richiesto.
Lei è una delle poche direttrici donne in un giornale in Italia. Esiste un problema di parità di genere nel giornalismo italiano?
Parità di genere significa dare piena espressione all’umanità e perciò è fondamentale. Questo è un problema che esiste e con cui facciamo i conti tutti i giorni. Vale anche nel mondo dell’informazione, che è lo specchio della società. Non è un caso che le notizie sulla mancanza di parità di genere le troviamo proprio sui giornali che leggiamo ogni giorno. La parità oggi è molto lontana e il mio caso è una delle poche eccezioni in un panorama dove le cose da cambiare sono ancora molte.