Martina Tomat
URBINO – È il primo pittore che Caravaggio va a vedere al suo arrivo a Roma. E già questo ne testimonia l’importanza. Urbino presto riabbraccerà il suo Federico Barocci grazie alla mostra a lui dedicata. Dal 23 giugno al 7 ottobre Palazzo Ducale ospiterà molte delle opere dell’artista, pioniere del barocco. “Ben cinquanta dipinti e quaranta disegni tra i più belli del ‘500. Sarà l’evento faro del 2024, basti pensare che all’epoca, l’artista urbinate, era il più pagato d’Europa. Ora invece è il più noto degli sconosciuti e per questo va recuperato”. Lo spiega Luigi Gallo, direttore della Galleria Nazionale delle Marche, durante le battute finali del Festival del giornalismo Culturale, in Sala del Trono.
Il direttore di @GNMarche, #LuigiGallo presenta in anteprima per
— Festival del giornalismo culturale 📚 (@fgcult) October 8, 2023
#fgcult23 la mostra “Federico Barocci. Urbino 1535-1612” pic.twitter.com/oxTMU5q2pP
Il veleno e le opere giramondo
Ma facciamo un passo indietro. Corre il 1535 quando, proprio a Urbino, nasce Barocci. Federico, fin da subito, non passa inosservato ai suoi concittadini: l’ultimo dei duchi Della Rovere si prende cura del suo talento e lo mette sotto la sua ala protettrice. Così a 20 anni l’artista parte per Roma. Lo fa per una committenza ricevuta dal Papa. Ha tanti sogni in tasca e l’onore e l’onere di essere considerato il nuovo Raffaello.
“Poi però dopo meno di due anni non regge la concorrenza- spiega Gallo- Non ce la fa. Ha una crisi probabilmente. Anche se lui sostiene di essere stato avvelenato. Può anche essere. Così torna a Urbino a lavorare nel suo studio, proprio a due passi da Palazzo Ducale. Ci resta per tutta la vita. Le sue opere, invece, viaggiano per lui”.
E ne fanno di chilometri, scavallando anche le epoche, merito delle sue grandi tecniche incisorie. Nel ‘700 trovano mercato anche in Francia.
“Il re ha la più grande collezione dei suoi disegni. E i pittori francesi ne prendono ispirazione: da qui nasce il rococò”.
E non è precursore solo di questo. “Barocci è straordinario nella sua tecnica pittorica, gustosissima, con colori incredibili. – sottolinea Gallo – In lui c’è tanta qualità e innovazione. L’artista muore alle soglie della rivoluzione barocca che però ha già steso nelle sue opere.”
Prestiti da tutto il mondo
Ora, i dipinti e disegni di Barocci, di strada ne faranno tanta anche per tornare a Urbino: “Per l’esposizione arriveranno da Roma, da Perugia, da Washington, Londra e Parigi, solo per citare alcuni esempi. E si uniranno a quelli già custoditi da Palazzo Ducale come Le stimmate di San Francesco.”
#LuigiGallo “Vi aspettiamo a Palazzo Ducale, @GNMarche, dal 23 giugno al 7 ottobre 2024 per la mostra su Federico Barocci: potrete scoprire la qualità incredibile di questo pittore. La mostra si potrebbe avere il nome di “Urbino, oh cara”” #fgcult23 pic.twitter.com/3AgOiUx3Ri
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Una mostra monografica con sale a tema
Tante provenienze perché la mostra, interamente monografica e frutto di anni di lavoro, mira a raccontare Barocci in tutte le sue sfaccettature toccando i tanti temi della sua pittura: “Ci saranno ritratti e autoritratti che raccontano la Urbino ducale, poi una sala dedicata alle grandi macchine delle pale d’altare con le opere provenienti dalle chiese di Roma e la Deposizione di Perugia. Un’altra invece illustrerà il suo rapporto con la natura del Montefeltro e quindi il suo studio del paesaggio. Barocci è uno dei primi a praticare la tecnica dello studio dal vero”. Spiega Gallo, che specifica: “Non è vero che sono stati gli impressionisti i primi a dipingere dal vero. Sono stati gli italiani all’alba della modernità, pensate a Leonardo.
La mostra darà spazio anche a tanti approfondimenti e alle opere dedicate alla devozione privata dell’artista urbinate. Ci saranno l’Assunta, La Crocifissione e i dolenti, La Madonna della Gatta, ma sono solo alcuni esempi.”
#LuigiGallo, direttore @GNMarche “La mostra sarà una monografica pura affinché chi verrà scopra come Barocci sia stato un grande pittore, con invenzioni nella stesura del colore che anticipano quelle formali del Barocco” #fgcult23
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Sarà presente anche la Sacra Famiglia con San Giovanni dipinta da Barocci per ringraziare la Madonna per non essere morto avvelenato dai pittori romani. E, a proposito di Roma. Il pittore urbinate ci tornerà in visita nel 1601. Come prima cosa andrà a vedere proprio le opere di quel Caravaggio che, anni prima, appena arrivato nella capitale, si era precipitato ad ammirare le opere di Barocci nella Chiesa di Santa Maria in Vallicella. Un “dialogo muto” che nella mostra sarà ricorrente.