di ANNALISA GODI e MARIA SELENE CLEMENTE
URBINO – È stata una preghiera “impegnata” quella con cui il nuovo vescovo della diocesi di Urbino, Urbania e Sant’Angelo in Vado, Sandro Salvucci, ha inaugurato l’inizio dell’Anno accademico. Una preghiera rivolta ai “popoli colpiti dalla guerra e alle persone vittime della violenza”. In particolare, a Giulia Cecchettin, la ragazza veneta di 22 anni uccisa sabato 12 novembre 2023 dall’ex fidanzato, che proprio qualche giorno fa doveva conseguire la laurea. “Una tragedia che tocca da vicino tutto il mondo universitario”.
La preghiera diventa un impegno affinché tutti si facciano “promotori di una cultura del rispetto e diventino operatori di giustizia e di pace” così da mettere “la parola fine e avviare un cambio di direzione nella cultura e nella mentalità all’origine di ogni violenza”.
Nella cattedrale di Santa Maria Assunta l’arcivescovo di Pesaro, dal 5 marzo 2023 anche di Urbino, Urbania e Sant’Angelo in Vado, ha celebrato l’eucaristia e inaugurato l’inizio delle attività accademiche ricordando che “l’università è il cuore di questa città”. Ha poi rivolto l’invito alle studentesse e agli studenti presenti all’omelia a far sì che i loro talenti “diventino strumenti a servizio di un bene più grande che raggiunga l’intera umanità”.
L’intervento del rettore
All’evento ha partecipato anche il rettore dell’Università di Urbino, Giorgio Calcagnini,intervenuto durante la funzione: “Il compito dell’Ateneo è di rendere il percorso delle studentesse e degli studenti il più facile possibile”. Per questo, Calcagnini ha ricordato l’impegno dell’Università a rafforzare lo sportello d’ascolto, i servizi aggiuntivi per ragazze e ragazzi con disabilità e gli spazi d’incontro.
Calcagnini, sentito dal Ducato a margine dell’evento è tornato sul tema della sicurezza, in particolare negli studentati universitari: “Stiamo cercando di migliorare le condizioni del Collegi con illuminazione e telecamere, con la ristrutturazione ci saranno zone più sicure”. Calcagnini ha detto inoltre che si valuta la possibilità di introdurre sportelli d’ascolto specifici per la violenza di genere, proprio a seguito della tragedia di Giulia Cecchettin.
Il vescovo rilancia l’educazione all’affettività
Rispetto al tema della violenza di genere il vescovo Salvucci, parlando al Ducato, ha riconosciuto l’assenza di uno spazio specifico anche all’interno del mondo ecclesiale e l’importanza di avviare “un percorso educativo sull’affettività, volto a estirpare una cultura della sopraffazione, del dominio e del possesso”.
In merito al suo recente insediamento nella diocesi, il vescovo Salvucci ha condiviso con il Ducato il senso di vicinanza e presenza della comunità dei fedeli di Urbino, Urbania e Sant’Angelo in Vado. “Il riscontro è quello di un forte apprezzamento dell’incontro che ricevo ogni volta che mi sposto sul territorio”.