di MARTINA TOMAT
URBINO – Un bando di concorso per 17 nuovi medici. Investimenti per una centrale operativa territoriale e per il pronto soccorso, per l’Utic, cioè la terapia intensiva cardiologica e nuove sale operatorie. Sono le promesse che l’amministrazione regionale fa a Urbino, contenute nel nuovo Piano socio sanitario. Quello che l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini è venuto a presentare con il presidente della Regione Francesco Acquaroli, al Consiglio comunale: “Faremo il possibile e l’impossibile per tutelare i servizi nelle aree interne. Per rispondere alle richieste di sopravvivenza di territori che riteniamo nevralgici e che meritano tanto” ha dichiarato il presidente. Con un più massiccio ricorso al privato per “garantire prestazioni che il pubblico non copre”.
La produttività verrà migliorata soprattutto all’interno delle aree più delicate. Lo mette in luce la dottoressa Nadia Storti, direttore generale dell’Azienda sanitaria territoriale di Pesaro e Urbino. Al Santa Maria della Misericordia, “saranno operati 1-2 volte alla settimana anche tumori maligni e saranno effettuati anche interventi più lunghi”. E anche sul fronte strutture “Fondamentale – spiega l’assessore alle infrastrutture Francesco Baldelli – è mettere in regola il cuore pulsante del nostro ospedale, quelle strutture che devono operare nei momenti di emergenza”. Infatti sostanzioso è l’investimento per la nuova Centrale operativa territoriale, oltre 21 milioni di euro, per garantire l’attività anche in caso di sisma e calamità naturali, con un moderno Pronto soccorso, una struttura di Osservazione breve intensiva) e di Medicina d’Urgenza, di Terapia intensiva e Sub intensiva e cinque sale operatorie.
Servono più medici
Un piano che parte quindi dalle necessità più impellenti per cercare poi di ampliare il raggio, abbracciando più aree possibile, e guardando anche al futuro, con il finanziamento di borse per i medici di medicina generale e specializzandi: “Sono pochi, una proiezione dei prossimi 15 anni lo rivela chiaramente, 500 medici in pensione per un turnover di circa 250. Noi vogliamo fare in modo che i nostri medici restino qua” ha detto Acquaroli che ha parlato anche della creazione di diverse aziende sanitarie al posto di una Ausl unica.
L’esigenza sanitaria in statistica
Ma non sono solo queste le tematiche condensate in un piano che deve fare fronte a oltre dieci anni di criticità. Alcune delle crepe della sanità, rese evidenti dall’emergenza Covid, hanno infatti origini lontane: “La sanità ha subito i tagli del governo Monti, 35 miliardi dal 2013 al 2020, con la spending review” ha spiegato l’assessore regionale alla Sanità: “Il Piano è costruito a partire da una statistica fatta dall’università politecnica delle Marche e dalla Bicocca di Milano che ha individuato la domanda dei bisogni sanitari dei marchigiani, per fare un esempio sappiamo quali sono le visite specialistiche oculistiche di cui hanno bisogno”.
Il privato dove il pubblico non arriva
Individuati i bisogni dei cittadini, l’obiettivo è facilitare le visite senza costringere a fare troppa strada per usufruirne. E nel caso di mancanze, entrerà in gioco il privato: “Prima c’era concorrenza e alcune prestazioni non erano prodotte né da pubblico né da privato” ha spiegato Saltamartini al Ducato: “Ora compriamo dal privato quello che il pubblico non riesce a produrre, va quindi a integrare: vogliamo dare più forza al pubblico e chiedere al privato di garantire prestazioni che pubblico non copre”.
Una sinergia che dovrà anche ridurre le liste d’attesa: “Sono stati stanziati fondi aggiuntivi per aumentare il numero di prestazioni dei medici pubblici. In aggiunta all’orario di lavoro settimanale di 38 ore, i sanitari possono svolgere turni aggiuntivi remunerati a 80 euro all’ora”.
Cura dello stile di vita e più psicologi: prevenire è meglio
Tra i nodi cruciali di un piano che racchiude gli ambiti più variegati anche l’agire in anticipo, per evitare di ammalarsi stroncando il problema prima del nascere. Si va così dalla salute mentale, implementata anche con “più psicologi” a quella del corpo di cui bisogna prendersi cura a partire dall’alimentazione e da uno stile di vita sano, dove lo sport, incrementato da più strutture dedicate, non va tralasciato: “Si possono ridurre tumori, ictus, infarti, diabete e molto altro” conclude l’assessore alla Sanità. Aiuta a vivere meglio e più a lungo. E lo stato così risparmia anche sulle spese mediche”.