Di ANDREA BOCCHINI
URBINO – Il Comune di Urbino ha acquistato un nuovo spazio in via Bramante, nel palazzo che ospitava l’Agenzie delle Entrate, dove trasferire gli uffici Tecnico e Urbanistica dagli spazi di Santa Chiara. E uno a Santa Lucia (all’ultimo piano del centro commerciale) da destinare ai giovani. È quanto confermato dal sindaco Maurizio Gambini: “Gli spazi in via Santa Chiara sono stato stati messi in vendita” ha detto il primo cittadino nell’intervista rilasciata al Ducato, specificando poi che è ancora un’idea “non è stato ancora venduto nulla”. Più che un’idea è invece l’acquisto della nuova sede degli uffici tecnici, per i quali “siamo già agli atti notarili”, ha detto Gambini, sempre nell’intervista.
Il palazzo di via Bramante, ex sede dell’Agenzia delle Entrate di Urbino
La questione era già stata sollevata nel Consiglio comunale del 13 marzo 2023, quando è stata approvata la delibera alla vendita di una parte dell’edificio nella zona monumentale della città, nello stesso complesso in cui ha sede l’Istituto superiore per le arti grafiche (Isia). L’intenzione è di destinare quegli ambienti proprio all’Isia, che potrebbe essere un possibile acquirente.
Sul dove i dipendenti comunali avrebbero dovuto traslocare, Gambini aveva prospettato “due direzioni”: la ex Megas al Sasso e, appunto, l’ex edificio dell’Agenzia delle Entrate in pieno centro storico, accanto alla sede della Guardia di Finanza. “Vogliamo creare nuovi spazi e siccome c’è stata esigenza dell’Isia, se avessero disponibilità, anche attraverso finanziamenti con fondi europei, potrebbero comprare quelle aree”, sottolinea Gambini. Dall’Isia non hanno voluto rilasciare dichiarazioni. Mentre, uscendo e camminando pochi metri, negli uffici tecnici del Comune confermano l’acquisto in via Bramante “ma per quanto riguarda lo spostamento di questi uffici – dice un dipendente – non so nulla, sicuramente se avverrà non sarà nell’immediato”.
Gli uffici Urbanistica del Comune di Urbino in via Santa Chiara
L’ultimo piano a Santa Lucia
Di Santa Lucia il sindaco Gambini è stato chiaro confermando l’acquisto dell’area situata all’ultimo piano (quello subito sottostante all’ascensore). “Parliamo di uno spazio di circa 1.500 metri quadri che ci è costato meno di un milione di euro – continua Gambini – e quindi ho pensato di acquisirlo”.
Ricapitolando. L’idea dell’amministrazione è di spostare solo gli uffici tecnici in via Bramante, a Santa Lucia creare nuovi spazi per attività ricreative mentre le aree dell’ex monastero di Santa Chiara “devono rimanere uno spazio pubblico destinato solo esclusivamente all’istruzione”, aggiunge il sindaco.
Ancora lavori alla Data
Altro tassello di questo puzzle urbanistico sono gli spazi Data. Lavori iniziati nel 2020 e poi bloccati causa Covid, la nuova riapertura era stata nel novembre 2022 (solo per il primo piano) fino al febbraio 2023 a causa di lavori di ristrutturazione al secondo e terzo livello. Gambini ci dice che “fra un anno saranno pronti” ma per fare questo “occorrono naturalmente le risorse economiche che potrebbero arrivare con la vendita degli spazi di Santa Chiara”.
Opposizioni di pareri diversi
“L’ufficio tecnico necessita sì di spazi ed organizzazione, ma riteniamo che queste aree potrebbero essere usate in maniera differente – dice al Ducato il consigliere di Viva Urbino Mario Rosati – ad oggi di come questi spazi verranno usati non sappiamo nulla”. E su un possibile ampliamento dell’Isia, Rosati ha le idee chiare: “Come coalizione potremo prevedere una possibilità di affitto e non altre soluzioni di carattere speculativo”. Elemento importante la posizione “che possa favorire la fruibilità e garantire la serenità nel centro storico mettendo insieme viabilità, servizi ed accessibilità”, conclude Rosati.
Più sulla linea dell’amministrazione Giorgio Londei, capogruppo di Urbino e il Montefeltro ed ex presidente Isia: “Non ho nulla in contrario a questa decisione. Che siano spostati in via bramante o da qualsiasi altra parte la cosa più importante resta trovare spazi all’Isia, per l’Università e per i professori. E la soluzione migliore sarebbe occupare quegli spazi lasciati dal Comune”.