Di ANDREA BOCCHINI
URBINO – “Un riconoscimento per un uomo che ha dato voce alla nostra terra. Una salita è l’auspicio anche per una città che deve pensare in grande, al futuro”. Così il sindaco di Urbino Maurizio Gambini, questa mattina, ha voluto omaggiare l’ex consigliere comunale – nonché esponente della Democrazia Cristiana e primo politico urbinate a presiedere la Regione Marche – Dino Tiberi. E lo ha fatto inaugurando la “Salita Dino Tiberi” con lo svelamento della targa posizionata ai piedi del percorso pedonale che da Borgo Mercatale porta all’ingresso della Data.
L’omaggio
Già lo scorso 29 novembre, in occasione del centenario dalla nascita dell’ex politico, il Comune di Pieve di Cagna – suo borgo originario – lo aveva voluto celebrare con un evento nel parco pubblico seguito da un dibattito incentrato sulla produzione letteraria di Tiberi e sulla sua vita socio – politica nel dopoguerra.
“Dino Tiberi per questo territorio ha fatto tanto, facendo crescere la sua gente – ha sottolineato il primo cittadino -. Dalle campagne alle città, tutti si riconoscevano in lui”. E sulla raccolta dei libri dell’ex consigliere di Democrazia Cristiana, il sindaco ha aggiunto: “I suoi scritti dicevano molto di lui, un uomo umile capace di raccontare e trasformare la vita di questo territorio”.
Il ricordo dei parenti
Presenti anche i familiari di Dino Tiberi. In particolare i suoi figli, Anna Laura e Pierpaolo Tiberi. “Lo ricordiamo come una persona semplice dai principi chiari – ha detto Anna Laura -. Era altruista e si è messo sempre al servizio della città che considerava come un qualcosa di suo da curare e preservare”. Entusiasmo anche di Pierpaolo che lo definisce “un momento emozionante. Vogliamo ringraziare (a nome di tutta la famiglia) tutti coloro che ci hanno dato la possibilità di ricordarlo intestandogli un frammento di questa città”.
All’evento anche il Capitano Reggente della Repubblica di San Marino S.E. Filippo Tamagnini a testimonianza dell’amicizia personale con la famiglia Tiberi. Un amore per le terre del Montefeltro che l’ex consigliere seppe tradurre in azione politica durante l’incarico di Presidente della Regione Marche dal 1972 al 1975, e come autore di opere importanti come Il Ranco (1985) Il sillabario di Badò (1991) e Storie da Proverbi marchigiani (1993).