di ANNALISA GODI
URBINO – Qualche abbaio e poi Lampo è pronto a conoscerti e a leccarti le mani, mentre Luna si avvicina per ispezionarti con il suo muso lungo e bianco e poi farsi accarezzare. Nemmeno il tempo di accovacciarsi verso di lei che Viola appoggia la sua testa sulla gamba, in cerca di cibo e coccole. Nocciolino è pieno di energie e salta per avere attenzioni.
Dal 1 gennaio la gestione è stata affidata all’associazione Odv Cane Orgoglioso, ha sostituito Gli amici di Pluto e Silvestro che si occupava del canile dal 2019. Le nuove responsabili di Ca’ Lucio sono Serenella Ruggeri, presidente dell’associazione, e sua figlia Francesca Fiorani, responsabile. Gli operatori, Giovanna Foglietta, Sandro Luzi e Marco Pirozzolo, e i volontari rimangono gli stessi.
Meno randagi ma aumentano le rinunce
È una mattinata indaffarata quella che si presenta al Canile di Ca’ Lucio: l’arrivo del primo carico di mangime dell’anno (30 sacchi che dureranno un mese), il veterinario per le visite di controllo e per l’adozione, che si aggiungono alla gestione quotidiana dei 40 cani ora nella struttura (che ne può ospitare fino a 80), ognuno con esigenze diverse.
È il caso del piccolo Lampo, meticcio di un anno con problemi neurologici e mascotte di Ca’ Lucio, scorrazza libero per il canile seguendo Giovanna, operatrice, che vive il canile dalla sua apertura nel 2001.
Giovanna si occupa anche delle adozioni e racconta che, quando ha aperto, “Ca’ Lucio accoglieva all’incirca 350/400 cani all’anno, quasi tutti randagi, e all’incirca 300 venivano adottati. Nel 2023 gli ingressi sono stati all’incirca 50 e le adozioni 47”.
Il 2024 inizia in modo molto positivo: dall’inizio dell’anno sono stati adottati tre cani e altri quattro si stanno preparando a raggiungere le loro nuove case, fuori dalle Marche. Due andranno a Roma, uno a Treviso e l’ultimo a Cremona.
Negli anni è cambiata anche la tipologia di cane che viene accolto dalla struttura. Prima si trattava di randagi, per la maggior parte “da lavoro” come cani da caccia e da tartufo, e guardiani (su tutti i pastori maremmani) abbandonati giovani perché i padroni non erano riusciti ad addestrarli per i loro scopi. Oggi sono cani a cui i proprietari rinunciano, per diversi motivi: dalla morte del proprietario ai problemi economici.
Questo è il caso di Bobi, simil-maremmano di 11 anni. Sandro, operatore ed educatore cinofilo, e Giovanna raccontano: “Dopo la morte del padrone, Bobi è arrivato in canile ma sta per partire e andare dalla sua adottante. È di Roma e aveva già accolto in casa sua un altro cagnone che veniva proprio da Ca’ Lucio, molto simile a Bobi. Dopo la morte del suo quattro zampe, ha deciso di portare a casa Bobi”.
La priorità è l’adozione
“Sono un volontario e ho iniziato perché era appena morto il mio cane, non volevo assolutamente prenderne un altro per il dolore che ho provato, ma volevo comunque stare con i cani – è il racconto di Daniele Gadaleta, che da quattro anni aiuta gli operatori di Ca’ Lucio – è finita che dopo venti giorni ho portato a casa Tigro, un mezzo pastore tedesco che mi girava sempre intorno, e poco dopo è arrivata Ambra, una setter, e ho portato a casa anche lei”.
Un’altra cagnolina in partenza per la sua nuova casa è Viola, segugio di 7 anni molto dolce e affetta da leishmania, la sua destinazione è Treviso. Ciò che rende possibile queste adozioni è la rete di volontari su cui si fondano le associazioni, che grazie a loro riescono a fare i controlli pre e post affido, cercando quindi di evitare un nuovo abbandono.
Per Francesca e gli operatori è questo il punto: il canile deve essere solo una fase di passaggio nella vita del cane, e per farlo, secondo la responsabile di Ca’ Lucio, è necessario allargare il bacino degli adottanti anche fuori dalla provincia: “Speriamo di poter far adottare i nostri cani in tutta Italia e, perché no, anche negli altri paesi europei”.
Alcune sono situazioni difficili. Il piccolo Lampo è un’adozione del cuore. Da cucciolo ha contratto il cimurro, malattia da cui è scampato ma che gli ha lasciato dei problemi neurologici da cui derivano le sue crisi epilettiche a grappolo. L’altro è Zeus, giovane Amstaff, un torello abituato a stare in famiglia e molto socievole con le persone ma non con gli altri animali, non è un cane per tutti.
Il canile dell’Unione montana
Ca’ Lucio è un canile multi-zonale, ovvero riceve i cani del territorio dell’Unione Montana dell’Alta Valle del Metauro, che comprende undici comuni. Svolge un servizio per i comuni convenzionati, che contribuiscono al mantenimento della struttura sulla base dell’estensione del loro territorio e del numero di cittadini. Alla scadenza del mandato di gestione che aveva l’associazione Gli amici di Pluto e Silvestro, è stato indetto un bando che Cane Orgoglioso ha vinto.
Ca’ Lucio sarà presente a Fermignano in occasione della benedizione degli animali il 21 gennaio, dove allestiranno un banchetto con gadget e calendari per raccogliere fondi e porteranno almeno uno dei quattro zampe che è possibile adottare.