Urbino, all’università Carlo Bo più della metà dei docenti ha almeno 50 anni

Università di Urbino
di MARIA CONCETTA VALENTE

URBINO – Il 52% dei docenti dell’Università Carlo Bo ha almeno 50 anni, dato che sale al 65% se si contano gli over 45. Numeri in linea con quelli fotografati dal ministero dell’Università e della Ricerca (Mur) nell’anno accademico 2022/23, con gli over 50 che sono il 56,4% dei docenti. La carriera universitaria si conferma non di facile ascesa e un sistema ancora troppo agé, nonostante un quinquennio di piani straordinari per le assunzioni.

Un sistema piramidale

Pochi ordinari al vertice e tanti ricercatori e docenti a contratto alla base: così appare costituita la piramide del sistema universitario. Nel caso della Carlo Bo, nell’anno accademico 2022/23, i docenti a contratto (384) superano di quasi un centinaio quelli di ruolo (294). Di questi ultimi, solo 79 sono di I fascia, 165 di II fascia e 50 ricercatori a tempo indeterminato. A loro si aggiungono, oltre ai docenti a contratto, 78 ricercatori a tempo determinato e 79 titolari assegni di ricerca.

Questione anagrafica

Il focus del Mur evidenzia come la distribuzione dei professori per classi di età è sbilanciata verso quelle più elevate. Alla Carlo Bo, i più numerosi sono i 55-59enni, che rappresentano il 17% circa del personale docente e ricercatore, essendo 142 su 835. A seguire i 50-54enni e i 60-64enni, rispettivamente 114 e 113. Il dato è superiore rispetto alla media nazionale che vede al primo posto i 45-49enni (15.748 su 109.643), al secondo i 50-54enni (14.456) , al terzo i 55-60enni (14.363). Quel che salta all’occhio è che gli over 65 (9.689) sono più del doppio dei 25-29enni (4.658). Nel caso della università di Urbino, il numero degli uni e degli altri è equivalente. A conferma che la relazione tra i giovani e la cattedra universitaria resta complicata.

Personale docente e ricercatore per classe di età – anno 2022

Gender gap tra docenti e studenti

Un altro nodo è legato al gender gap, che nel caso della Carlo Bo è a parti invertite se si analizzano i docenti o gli studenti. Nel primo caso, le donne nel personale docente e ricercatore sono meno della metà rispetto agli uomini. Le ordinarie sono in netta minoranza, solo 22 su 79 professori di I fascia. Tra il personale non docente invece, le donne sono il 60% del totale (247 su un totale di 408). Se si sposta il focus sulle studentesse e gli studenti iscritti all’anno accademico 2022/23 la proporzione si inverte rispetto a quella del personale docente: il 65% circa è donna (9.121 su 13.941). Anche questo dato è in linea con il nazionale con il 56% di studentesse iscritte. Le donne quindi, pur essendo in numero maggiore, poi decidono di non proseguire la carriera universitaria o hanno più difficoltà a farlo.

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