Di ANDREA BOCCHINI
URBINO – La questione della discarica di Riceci arriverà a Bruxelles. E a confermarlo è l’eurodeputato Massimiliano Smeriglio – membro del Parlamento europeo con il Partito Democratico, inserito nel gruppo di alleanza progressista di socialisti e democratici – in visita questa mattina a Petriano nel sito interessato dalla realizzazione della maxi discarica.
Accompagnato da una folla di persone, tra cui i comitati cittadini contrari alla realizzazione della discarica, l’idea dell’onorevole Smeriglio è quella di provare “a portare una piccola rappresentanza davanti al commissario all’Ambiente europeo. Il mio obiettivo è costruire un ponte tra il legislatore e la delegazione”, dice Smeriglio. Quando? “Il 5 e il 6 marzo. Continueremo la mobilitazione a fianco dei comitati”.
“Già nel dicembre scorso – continua l’eurodeputato – ho prodotto una documentazione urgente alla commissione Ambiente (europea). In Europa la tendenza è quella di chiudere le discariche ed investire su recupero dei rifiuti ed economia circolare”. Un progetto, quello di una discarica da cinque milioni di metri cubi, da non fare. E, immerso tra le colline verdi di Petriano, il pensiero dell’eurodeputato è chiaro: “Vedere questo paesaggio straordinario, che si affaccia su un gioiello europeo come Urbino, deturpato da una costruzione così impattante fa impressione”.
L’onorevole Smeriglio è stato invitato dal portavoce di Europa Verdi-Verde Gianluca Carrabs, anche lui presente questa mattina nel sito di Petriano. “Quello che emerge è lo stupore e la meraviglia di funzionari e cittadini di fronte alla bellezza delle colline verdi di Riceci – dice al Ducato Carrabs – rispetto a una negatività circa la realizzazione di un progetto del genere in questo territorio”. E sulle parole, di inizio settimana, dell’assessore regionale Stefano Aguzzi in commissione eco-mafia, a Roma, Carrabs dice: “Sono molto deluso. Sembra che la Regione abbia solo agevolato lo slittamento della risposta ad Aurora. E la Provincia invece di archiviare il procedimento ha concesso un ulteriore proroga”.
Non escluse anche poi altre vie legali per bloccare la realizzazione della maxi discarica: “Abbiamo chiesto l’intervento diretto del comitato cittadino Slow Food e stiamo valutando se ci siano le condizioni per ricorrere al Tar”.
A Canavaccio “non si tocchi nulla”
Da Riceci a Canavaccio. Dalla realizzazione di una discarica da cinque milioni di metri cubi ad un’area agricola che si trasformerà in area industriale. La decisione era stata presa dal Consiglio comunale di Urbino, a maggioranza, lo scorso 21 dicembre, approvando la costruzione di 40 mila metri quadrati di capannoni. E lo ha fatto su richiesta del proprietario del terreno, Alberto Bruscoli, della ditta Imab, per “esigenze di allargamento degli stabilimenti”. Che sono a circa 1,5 mezzo di distanza.
E la stessa area agricola, nel 2020, Bruscoli l’aveva venduta a Marche multiservizi per la realizzazione di un biodigestore. Idea tramontanta immediatamente a causa della protesta cittadina con raccolta di firme e lenzuoli ai balconi.
Il rischio archeologico
Ma oggi a fermare nuovamente il tutto potrebbe essere la scoperta di un sito archeologico evidenziato, come dice Carrabs – “da uno studio presentato dal professore Pino Mascia che evidenzia l’alto rischio archeologico del sito”. E poi Carrabs incalza puntando il dito contro l’amministrazione Gambini: “Il sindaco e l’amministrazione ha tenuto conto di questo studio? E’ un’area verde dove non si può costruire perché si andrebbe a deturpare una zona cuscinetto tra il Furlo e le Cesane”. E poi l’appello a Bruscoli: “Che rinunci alla realizzazione del progetto. Una cosa del genere non ce lo aspettavamo dal vice presidente del club Unesco Urbino”.
Un sito di interesse comunitario. Ed è proprio su questo punto si concentrerà la battaglia al Parlamento europeo. “Il comitato cittadino mi ha mostrato un dossier e rilievi tecnici – dice l’eurodeputato Smeriglio – e si dice chiaramente che lì non ci si può costruire perché l’impatto paesaggistico e le presenze archeologiche sono importanti”. Documento che da Bruxelles si studierà.