Il liceo del Made in Italy non piace: solo 13 iscritti nelle Marche, 4 a Pesaro e Urbino

di ANDREA BOCCHINI

URBINO – È un flop. La nuova offerta formativa, voluta dal governo di Giorgia Meloni convince pochi, pochissimi. Il dato nazionale è di 375 iscritti al curriculum tricolore. E nelle Marche sono appena 13: quattro nella provincia di Pesaro e Urbino e nove in quella di Ascoli Piceno. A secco le provincie di Ancona, Macerata e Fermo. A conti fatti, nessun istituto ha il numero minimo di iscritti (10) per formare una nuova sezione.

Sono stati otto gli istituti marchigiani che, prima della scadenza fissata al 18 gennaio scorso, avevano presentato domanda per sostituire, o integrare, il nuovo indirizzo di studio divenuto riforma lo scorso 27 dicembre. Con lo stop natalizio nelle scuole, i tempi per un adeguato orientamento erano risicati. Ci si aggiunga la difficoltà (da parte di dirigenti e docenti) di presentare la nuova offerta che per ora comprende solamente un biennio. Nulla si sa delle materie del terzo, quarto e quinto anno. “Pensavo fosse un flop perché è la copia esatta del Les – dice Yuri Paoletti, preside dell’Istituto paritario Leonardo di Civitanova Marche -. Non essendoci il piano del triennio, i genitori non sanno cosa i loro figli andranno a fare”.

“Abbiamo avuto solo tre iscritti – dice al Ducato Roberto Lisotti, preside del liceo Mamiani di Pesaro – un numero che ci aspettavamo vista la tempistica stretta e la scarsità di informazione da dare all’utenza”. Numeri peggiori a Urbino: un solo iscritto al Laurana Baldi. “Il tempo per fare un open day non c’era – dice la preside Claudia Guidi -. Non c’è stato modo di informare in maniera adeguata le famiglie”.

Ascoli Piceno, invece, è la provincia con il maggior numero di iscritti al Made in Italy: nove tutti al liceo classico Stabili. “Il ministero sbaglia se pensa che l’orientamento debba essere fatto dall’alto – dice il dirigente scolastico Arturo Verna -. L’orientamento è fatto dalle singole scuole”. E poi, dato un numero “elevato”, Verna ha pronta un’opzione: “Chiederò se ci sia possibilità di formare una classe articolata in cui all’interno di una stessa sezione coesistono due indirizzi di studio differenti (il Made in Italy e il tradizionale Les)”.

Nel Maceratese, invece, di classi articolate o nuove sezioni del Made in Italy non si parla affatto. “I numeri non sono tali da poter formare una classe – dice Rita Emiliozzi, preside dell’istituto di istruzione superiore Matteo Ricci -. Le famiglie sono state tiepide nella nuova offerta formativa”. Zero è il numero degli iscritti nella provincia di Macerata (come confermato dall’Ufficio scolastico regionale) anche se la preside Emiliozzi al Ducato dice di avere un iscritto. E poi i tempi stretti: “Questa nuova offerta è arrivata molto tardi ed in maniera imperfetta – aggiunge la preside -. Tutto ciò che è novità richiede tempo per farla conoscere adeguatamente”.

Per gli istituti paritari delle Marche, il discorso non cambia. Tutti e quattro le scuole che avevano fatto domanda (due ad Ascoli Piceno, una a Fermo e una a Macerata) contano zero iscritti al Made in Italy. E zero sono anche gli iscritti al Made in Italy al liceo Giovanni Paolo II di Fermo dove il nuovo percorso “non sarà attivato”, conferma il dirigente scolastico Omar Laurenzi.

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