di MARIA CONCETTA VALENTE
URBINO – Urbino è una gemma del turismo, esempio tra i borghi e le località interne che costellano le Marche, nonostante le difficoltà che ancora incontra soprattutto per il suo isolamento e la carenza di infrastrutture. La città patrimonio Unesco ha ospitato il Local Meet Forum 2024. L’evento nazionale per promuovere le pratiche e i principi di sostenibilità nel settore turistico, al teatro Sanzio, organizzato da Destination Italia con il patrocinio e contributo del Comune di Urbino e della Regione Marche.
La scelta è stata tutt’altro che casuale per la presidente di Destination Italia Dina Ravera: “Urbino è un gioiello che il mondo non conosce ancora e la regione Marche è tra quelle con più grande potenzialità”. “In termini quantitativi è la trentesima in Europa – ha detto Ravera – secondo uno studio di Srm per indice di competitività turistica (dato dal rapporto tra la dimensione della regione e la capacità di attrarre)”.
“Una regione che sta crescendo” ha detto il presidente Francesco Acquaroli sul palco del Meet Forum 2024, “ma deve essere solo l’inizio”. Per costruire il “prodotto Marche” è necessario potenziare raggiungibilità, ricettività e inclusione, ma anche favorire il “turismo delle radici”. Un turismo, insomma, con tante declinazioni che ha bisogno di consapevolezza e, come ripetuto più volte nel corso del pomeriggio, della sinergia di tutti gli esperti, le imprese e le istituzioni su scala nazionale, regione e comunale.
2024: l’anno del “turismo delle radici”
Il tema dell’anno è il “turismo delle radici”, un turismo in crescita e che ha come obiettivo fare tornare i discendenti emigrati all’estero nei posi di origine. “Le stime contano 80 milioni di turisti delle radici” ha detto l’esperta Letizia Sinisi, portati a scoprire e a riscoprire le eccellenze artigianali e agroalimentari del territorio. “Un tema interessante e intelligente – ha detto la sottosegretaria al Ministero dell’Economia e della Finanza Lucia Albano – che rappresenta una opportunità ulteriore per i nostri borghi e le aree storiche e interne”. Tra questi turisti c’è Pablo Pinxit, artista argentino di origini marchigiane che ha donato un murales alla città di Urbino, vicino all’ospedale, in cui è “andato indietro a ricercare tutta l’eccellenza delle Marche per dare un contributo ed essere, un giorno, lui stesso radice”.
L’Italia dei grandi attrattori e dei piccoli borghi
L’obiettivo di Destination Italia è valorizzare tutti i comuni della penisola, tutto l’anno. L’Italia non è solo Roma, Milano, Napoli, Venezia e Firenze, i “grandi attori” oggettivamente conosciuti in tutto il mondo. I piccoli borghi possono offrire, come detto dal sindaco di Urbino Maurizio Gambini, un turismo lento: “Offrire un’esperienza diversa, data dal contatto con la natura e il territorio”. Per farlo però, bisogna avere le strutture adeguate e “accogliere il turista nel modo più giusto possibile”. “Un tipo di promozione che va fatta non solo per il turismo – ha detto Gambini – ma per fare tornare ad abitare questi territori”.
Le infrastrutture: “La sfida più difficile”
Le Marche devono fare i conti però con il problema infrastrutture, che Urbino conosce molto bene: “È la sfida più difficile”, ha detto il presidente Acquaroli -. “Arrivare nelle Marche comporta sacrificio”, riconosce. Emerge l’esigenza di rivedere le aree interne del centro Italia in una maniera più onnicomprensiva. Anche la sottosegretaria Albano ha riconosciuto come il tema infrastrutturale sia uno dei problemi atavici della regione e ha allargato il tema alle reti digitali: “L’infrastruttura digitale esiste già, dobbiamo solo potenziarla. Anche questo è modo di collegarsi e comunicare”.
Turismo inclusivo: “Tante barriere ancora da abbattere”
L’atleta paralimpica e senatrice Giusy Versace ha portato al Meet Forum 2024 il tema del turismo inclusivo. Racconta di essere stata ribattezzata “Wonder Giusy” da un bambino di otto anni, perché “indossa gambe diverse a seconda di cosa deve fare: correre, camminare, danzare”. La sua presenza ha aiutato a tenere i riflettori accesi su quanto ancora c’è da fare: “Il turismo se declinato in questi termini pone tante sfide e barriere che bisogna ancora abbattere. Non solo architettoniche ma anche culturali”. “Serve l’impegno di tanti stakeholders – esorta Versace – per consentire a tante persone con disabilità di sentirsi parte di questo mondo e potere viaggiare e muoversi con una piena autonomia”. Perciò “è importante fare conoscere le buone pratiche delle aziende che investono e riescono a distinguersi per accessibilità e inclusione”.