di LAURA NASALI
URBINO – Aveva tentato un furto in un supermercato di Urbania, ma tra i clienti c’era anche un carabiniere fuori servizio che gli ha intimato di fermarsi. Poi l’inseguimento e l’arresto. E.N., italiano di 47 anni, questa mattina ha ammesso alla giudice di aver rubato 460 euro di viveri lo scorso sabato, 9 marzo. L’uomo però si è giustificato affermando di soffrire di disturbi psicologici. “Io non so cosa mi prenda. So solo che sento come una rabbia interiore. Non so neanche cosa ho rubato, so solo che una voce dentro di me mi diceva di farlo. Non so se possa essere definita cleptomania ma è uno stato psicologico forte” ha raccontato con voce tremante. L’uomo, accusato di furto aggravato, era stato colto in flagrante, la giudice Benedetta Scarcella ha convalidato la misura cautelare con obbligo di firma quotidiana.
I fatti risalgono a sabato 9 marzo quando E.N si è recato al supermercato di Urbania. Per una casualità l’uomo è stato visto dal carabiniere Sperandei, fuori servizio al momento del furto. È scappato da una porta di servizio passando per il magazzino per poi rifugiandosi in macchina. Quando ha visto Sperandei avvicinarsi ha messo in moto ed è cominciata una fuga di venti minuti. Inseguito e fermato dai Carabinieri di Urbino ha poi confessato tutto.
In aula erano presenti anche gli agenti e uno di loro, Iarno Vantaggi, sotto giuramento ha raccontato per filo e per segno l’evolversi dei fatti alla giudice Scarcella e alla Pubblico ministero Maccheggiani. E di come quello di sabato non sia un fatto isolato perché l’accusato era già noto all’Arma per dei furti simili a Fermignano. Vantaggi ha spiegato anche che la merce è stata restituita immediatamente e scansionata dal proprietario del supermercato per accertarsi che fosse sua. Gli agenti hanno ribadito più volte che l’accusato è scappato nonostante Sperandei si fosse qualificato e avesse cercato di fermarlo.
Quando è arrivato il turno di E.N di parlare, si è giustificato ripetendo più volte di non aver capito che a fermarlo fosse stato un carabiniere, convinto che si trattasse di un dipendente del supermercato. Nel suo discorso non ha mai negato le sue responsabilità ma ha tenuto a precisare in aula le ragioni che lo avrebbero spinto a rubare, ribadendo le sue difficoltà psicologiche. “È una vera e propria ossessione quella che mi spinge a fare certe cose. È come se in quei momenti fossi fuori dalla realtà. Spesso tendo a negare quello che faccio e cerco di fuggire dalle mie azioni” ha tentato di spiegare E.N.
Nonostante la richiesta della Pm Maccheggiani di convalidare l’arresto, alla luce di possibili difficoltà psicologiche, la giudice Benedetta Scarcella ha optato per l’obbligo di firma quotidiana presso un ufficio di polizia giudiziaria. Niente processo per direttissima, l’udienza si è conclusa con la richiesta dell’avvocata Francesca Fedeli di un termine di difesa per ulteriori accertamenti.