di MARTINA TOMAT
PESARO – Un tintinnio continuo rompe il silenzio della notte. La chat del tennis club Baratoff, oltre 200 soci, a suon di messaggini di commenti sul match in corso a Indian Wells, è quasi impallata. Una frenesia, poi esplosa di gioia alle 4:30 del mattino. Merito di Luca Nardi, il pupillo del circolo di Pesaro, dove è tesserato. Il ventenne, ai sedicesimi del Masters 1000 californiano, ha appena battuto il numero 1 del mondo, il suo mito: Novak Djokovic. Ha firmato un’impresa. Ancora più incredibile perché pochi giorni prima, dopo l’eliminazione alle qualificazioni con David Goffin, era stato ripescato nel torneo come “lucky loser”.
Un colpaccio che ha permesso al pesarese di avverare un sogno: l’ingresso tra i migliori cento al mondo.
L’ex allenatore Sani “cresciuto insieme a Luca”
“Ma che era forte si sapeva da subito, è un ragazzo fantastico” spiega un socio del Baratoff, intento a sfogliare un giornale nella club house. Sono passate poche ore da quella vittoria inaspettata. Il signore, un ultraottantenne timido, non vuole esporsi alle telecamere ma si schiude subito in un sorriso parlando della sua passione intramontabile per il tennis e di Luca Nardi. “è il nostro orgoglio (frase che ricorrerà nel corso della giornata di interviste ndr). Fin da piccolo faceva tutto con naturalezza” spiega al Ducato.
Inizia a quattro anni, proprio nei campi del Baratoff dove segue la scia del fratello Niccolò. Brucia le tappe. Da under 14 è il più giovane a conquistare punti Atp. Il talento cristallino si è manifestato precoce. Lo conferma Francesco Sani, suo allenatore fino a pochi mesi fa, prima che Luca cominciasse un percorso con Giorgio Galimberti a Cattolica. Nello staff che lo ha seguito fin dai suoi primi passi al Baratoff anche l’altro allenatore Gabriele Costantini, il preparatore fisico Enzo Vagnini e il fisioterapista Frank Musarra, tutt’ora al seguito di Luca.
“Aveva un ottimo timing sulla palla – svela al Ducato Sani – il rovescio era naturalissimo, sul dritto, che adesso è il suo colpo più forte, ci abbiamo lavorato un po’ di più. Ma ho sempre creduto in lui, anche se ero giovane quando ho iniziato a seguirlo”. Francesco Sani con Luca ha condiviso tanto: i viaggi per i tornei in giro per il mondo – alternandosi con Costantini – e la quotidianità, dall’alba alla notte. Ora Francesco ha 34 anni. Si può dire che sono cresciuti insieme: Luca come giocatore, lui come allenatore.
Un club a braccetto con Luca
E anche il circolo si è fatto grande con Luca Nardi che ancora fa i campionati a squadre con il Baratoff: “Ci ha stimolato. Gli abbiamo cucito una squadra intorno” spiega Andrea Vori, il direttore sportivo. Anche lui sorride parlando di Luca: “Un giocherellone e un bravissimo ragazzo, spontaneo dentro e fuori dal campo”. Concetto ribadito dal presidente Oronzo Murrone. Ha un sorriso inarginabile e tanta voglia di raccontare nonostante siano tante le tv andate a trovarlo oggi. Ci mostra una foto di Luca piccolo e trionfante in un campionato italiano under 12 insieme ai compagni di squadra Riccardo e Thomas. “Il nostro orgoglio” c’è scritto nella foto incorniciata nella saletta del circolo. E il presidente lo ripete con gli occhi scintillanti e un modo di fare che gronda veramente orgoglio. A più non posso.
L’ulivo di Luca e il tempo dedicato ai soci, regali speciali
Luca viene da una famiglia di tennisti e abita in collina a pochi chilometri dal circolo. “La mamma Raffaella mi ha battuto in doppio misto, ancora mi brucia” racconta ridendo Oronzo. Il papà Dario è di Napoli. La pizza preferita di Nardi non per niente è la salsiccia e friarielli.
Frutto del vivaio del circolo, per il suo compleanno, ad agosto, Luca ha voluto una pianta: “Eccola- dice indicandola nel giardino del club il Presidente-Aveva appena vinto un challenger e compiuto 20 anni. Gli abbiamo chiesto cosa desiderasse e ha voluto fare qualcosa di bello per il nostro tennis club. Ha fatto piantare un ulivo. È simbolo di pace e accoglienza, rispecchia i nostri valori”.
Per un altro compleanno, quello di un socio del circolo, ha optato invece per un regalo diverso. Oronzo indica una foto: ritrae Nardi in campo insieme a un anziano. C’è una bella differenza d’altezza tra i due, in posa con le racchette in mano: “Faceva 85 anni e Luca ha deciso di giocare un’ora e mezza con lui e fargli da maestro. Si chiama Catervo Cangiotti”. Nella foto sorride, arzillo, è in preda alla gioia. Somiglia al signore che sfogliava il giornale dentro al club, stesso sorriso che abbiamo già visto: tradisce il sentimento comune che scatena questo ragazzo, l’orgoglio del Baratoff.