di CHIARA RICCIOLINI
URBINO – Nel giorno in cui la Commissione parlamentare rifiuti fa visita a Riceci, il tema centrale della presentazione del programma di Alleanza Verdi e Sinistra, che vede come candidato sindaco Federico Scaramucci, non può che essere il “no” alla discarica. Al dibattito partecipa anche Francesco Emilio Borelli, parlamentare di Avs e membro della Commissione. Il piano della lista per Urbino è a lungo termine e vuole riportare in città residenti e attività commerciali, valorizzando il patrimonio Unesco e contrastando la proposta di un deposito rifiuti che “allontanerebbe le persone da una città già isolata”.
Il “no” alla discarica
Per la lista il “no” alla discarica è il presupposto fondamentale per ripopolare la città. Il voto alle comunali è inteso come un vero e proprio referendum sul progetto Riceci: “Dobbiamo capire le prospettive che gli Urbinati vogliono darsi – dice Scaramucci – noi vogliamo un progetto che ripopoli la città. Non si attirano le persone costruendo le discariche, ma valorizzando il patrimonio Unesco e la cultura enogastronomica nel territorio”.
L’affare Riceci, come sottolinea Gianluca Carrabs, di Europa Verde “è frutto della gestione inefficace dei rifiuti da parte della politica regionale. Il rifiuto deve essere visto come una risorsa infinita pertanto ci opponiamo fermamente all’idea di una discarica. L’obiettivo che noi ci diamo è investire in impianti che promuovano un’economia circolare, dove i rifiuti diventano materie prime riusabili, generando valore aggiunto e sfruttando le opportunità occupazionali. Il sistema attuale di gestione dei rifiuti non si allinea con una politica di programmazione e controllo efficiente, spesso determinata da interessi economici piuttosto che da principi politici”.
Ma non si può puntare tutto sulla raccolta differenziata, una percentuale di rifiuto indifferenziato viene sempre prodotta, anche in una città con pochi abitanti come Urbino: “La nostra proposta – rispondono – è di esplorare alternative per ridurre la produzione di rifiuti indifferenziati e implementare soluzioni che scoraggino tale comportamento, ad esempio attraverso l’uso di bidoni specifici”.
La crisi della città universitaria
Alla presentazione partecipa anche Francesco Emilio Borrelli, deputato alla Camera di Europa Verde, che dice: “La città universitaria sta perdendo colpi. Le botteghe stanno chiudendo. Abbiamo un peggioramento sostanziale. Queste elezioni saranno anche un referendum perché Maurizio Gambini ha detto sì alla discarica. Provincia e regione hanno avuto una grandissima ambiguità sulla questione”. Il sindaco di Pesaro del Partito democratico Matteo Ricci ha in effetti ammesso di non essere stato informato della decisione, votata dal Cda di Marche multiservizi di cui il comune di Pesaro stesso possiede il 25% delle quote, di acquisire il 40% della società Aurora per la realizzazione della discarica nel territorio fra Gallo e Petriano.
E sulla discarica Borrelli continua: “Adesso c’è la raccolta differenziata, è obsoleto parlare di discariche nel 2024. Noi vogliamo città Unesco e non città discarica. Qui si è persa l’identità culturale, agricola del posto. In questo momento Urbino sembra una città che sopravvive sperando di mettere insieme il pranzo con la cena. Noi abbiamo promesso che non faremo la discarica e se vinceremo non la faremo.”
Il calo demografico e il declino del settore immobiliare
Per Scaramucci la priorità è far tornare famiglie e giovani a Urbino per far fronte a un problema che affligge la città in modo sempre più evidente, il crollo del settore immobiliare: “Noi dobbiamo riportare i residenti a Urbino perché gli effetti dello spopolamento sono gravi – dice – primo tra tutti il calo del valore degli immobili. Le case negli ultimi dieci anni hanno perso il 23% del loro valore. L’università, che io ritengo di essere il primo motore della città e che ha dato una rendita al territorio, deve fare degli investimenti che vengano incontro alle esigenze del territorio”.
Su questo si esprime anche Giulio Lonzi, coportavoce di Europa Verde: “Gli studenti sono stati una buona fonte di rendita per gli urbinati, ma il loro impatto sull’economia cittadina è in forte calo da tempo. Secondo la mia esperienza, e quella di moltissimi imprenditori del settore, molti studenti ormai partecipano alle lezioni a distanza, mentre molte facoltà non richiedono la presenza in aula, riducendo così il loro impatto economico sulla città. Questa tendenza è aggravata dal progressivo spopolamento del centro storico, segnalato anche dalle agenzie immobiliari che registrano un aumento delle proprietà in vendita”.