di CARLA IALENTI
URBINO – Nella città dell’università Carlo Bo, di Palazzo Ducale e della casa di Raffaello è l’agricoltura il settore più in salute. In dieci anni le botteghe artigiane sono calate del 20,1% e il commercio al dettaglio del 29,7%.
Il terzo settore, quello dei servizi, pesa solo il 54,7%, dato inferiore rispetto alla provincia di Pesaro e Urbino (58,1%), alle Marche (57%) e al resto dell’Italia. Le imprese attive nei servizi di alloggio e ristorazione calano di 15 unità, in particolare, cala il numero di ristoranti (-17 unità). Anche se le imprese attive dello stesso settore hanno un maggiore peso relativo rispetto alla provincia di Pesaro e Urbino, alle Marche e all’Italia (9,4%). Nel 2023 crescono del 3,5% anche le imprese di costruzione. È quanto emerso dai dati spiegati da Giovanni Dini, direttore della Cna delle Marche, la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa al convegno di mercoledì 20 marzo al Collegio Raffaello.
“Carlo Bo ha portato benessere, ma indirettamente ha fatto anche un danno alla città: i residenti, infatti, hanno affittato le loro case agli studenti e si sono trasferiti nei dintorni” ha detto il sindaco di Urbino, Maurizio Gambini. I 912 abitanti del centro storico sono troppo pochi per tenere in vita le attività commerciali. E i tanti studenti universitari evidentemente non bastano per tenere in vita l’artigianato e il commercio al dettaglio.
La Cna rileva una crescita di alloggi per vacanze e strutture per brevi soggiorni (+7 unità). Una tendenza facilitata anche dagli incentivi al turismo: lo stesso sindaco ha ricordato la delibera del 2022 “albergo diffuso” che permette ai proprietari di immobili di ridurre a 45 metri quadri il proprio appartamento, strizzando così l’occhio al mercato degli affitti brevi: “Da un lato è positivo, dall’altro però fa crescere questa tendenza”, ha detto il sindaco riferendosi al centro storico sempre meno attrattivo per i residenti.
Una speranza di Gambini è quella di uscire dall’isolamento grazie al collegamento con la Toscana: “La Fano-Grosseto (autostrada E78 ndr) per noi sarebbe un toccasana: il blocco dei lavori ha causato l’impoverimento dell’entroterra”.