Di LAURA NASALI e ANDREA BOCCHINI
URBINO – Ci risiamo. Sembra che a Urbino, nella zona dei collegi, la situazione non sia cambiata. Eppure, per l’ennesima volta, sulla pagina Instagram Spotted Uniurb, qualcuna aveva provato a lanciare l’allarme: “Spotto lo str***o sulla trentina che si aggira per i collegi e cerca di aggredire le ragazze di ritorno la sera”. E poi concludendo: “Prima riusciamo a trovarlo meglio è per tutti quelli che si trovano in zona”. Dopo l’allarme “guardoni” lanciato nei mesi scorsi, le ultime segnalazioni si riferiscono, da quanto si desume dalle testimonianze, a una sola persona che infastidisce le studentesse che si dirigono a piedi verso gli studentati. Non cambia il fatto che per le ragazze quella strada non sia sicura.
“Mi inseguiva”
Ma parlare solo di “sera” non è corretto perché Miryam, studentessa di 21 anni, un episodio del genere lo ha vissuto in prima persona in pieno giorno: “È successo alle quattro di pomeriggio. Ho incontrato questo ragazzo nella zona ospedale. Gli sono passata davanti e lui mi ha fermato toccandomi le spalle per farmi girare. Mi ha chiesto informazioni su orario e meteo”. Alla domanda se avesse provato a ignorarlo e andarsene, Miryam risponde: “Sì, ci ho provato, ma ha iniziato a inseguirmi, mi toccava e impediva di andarmene. Poi mi ha lasciato stare e mi sono incamminata verso il centro, ma ho notato che stava inseguendo un’altra ragazza”.
Modalità di ‘approccio” identiche subite da Anna Lucia, di 21 anni. “Stavo tornando a casa da lezione e stavo inviando un vocale a una mia amica su Whatsapp quando mi ferma quest’uomo chiedendomi l’orario”. E Anna, inizialmente, non pensa a nulla di strano, ma poi l’uomo le dice “aspetta, aspetta, ti va internet? Mi riesci a dire il meteo? E continuava ad avvicinarsi fino a ritrovarmelo davanti alla faccia”. Lì, Anna, al Ducato, dice di essersi “congelata” e ha ricordato i post di Spotted Uniurb che denunciavano gli episodi di aggressione. “Mi sento in colpa a non averne dato così tanto peso, dovevo stare più attenta”, dice amareggiata. E quando le chiediamo qual è stata la sua reazione, lei ci dice di aver “iniziato a correre. Ho preso e sono scappata senza pensarci. Fortunatamente lui non mi ha rincorso come è successo ad altre ragazze”.
Una dinamica che in alcuni casi si è fatta violenta, come raccontano anche altre, in anonimato, su Instagram: “Un ragazzo sulla trentina ha aggredito la mia coinquilina (verso i collegi) buttandola a terra e poi se n’è andato”. Oppure: “Spotto l’Orco di Urbino che la sera è sempre davanti ai bar a guardare con fare sospetto, cercando di adescare tipe”. È comparso addirittura il suo identikit: “Ragazzo con capelli lunghi, mossi scuri, naso a punta, occhiali, alto e magro”. Un soggetto che, però, “è conosciuto dalla polizia – dice al Ducato Sara, studentessa – ha già quattro denunce a suo carico”.
L’incontro con la polizia
Segnalazioni non certamente passate inosservate e che sarebbero riconducibili allo stesso giovane. Così, nella giornata di ieri, una cinquantina di studenti e studentesse hanno chiesto un confronto con la polizia, come ha raccontato il Resto del Carlino. Si sono dati appuntamento in piazza della Repubblica e si sono poi diretti in Commissariato per chiedere a che punto fossero le indagini. E se ci fossero provvedimenti nei confronti del ragazzo o se potessero fare qualcosa.
Tre di loro, inizialmente, sono entrate per un dialogo diretto mentre il resto del gruppo è rimasto fuori. Poi un secondo confronto all’esterno con tutti. La polizia ha confermato che il giovane è stato identificato e denunciato dopo le aggressioni e che, pare, manifesti dei comportamenti sconnessi. Ma, la polizia non può applicare autonomamente dei provvedimenti restrittivi, scrive il Carlino. Per questo è stata avvisata l’autorità giudiziaria.
“Non è cambiato nulla”
“Non è possibile che una giovane donna abbia timore nel girare non accompagnata”, lamenta al Ducato il presidente del Consiglio degli studenti Giovanni Alvarez. Che poi aggiunge: “Sarà pure impossibile, come dicono alcuni, bloccare questo soggetto. Ma quello che possiamo fare è avviare un ciclo di prevenzione che coinvolga Università, amministrazione e forze dell’ordine. Nel frattempo occorre vigilare e informare con costanza le studentesse che vengono prese di mira”. E sulla questione sicurezza, ad oggi, nella comunità urbinate, Alvarez sottolinea: “L’amministrazione Gambini parla tanto di sicurezza ma oggi quello che abbiamo è un silenzio assordante sul tema”.