Siccità, a Urbino “situazione critica”. Gambini: “Inutili le ordinanze”. Scaramucci: “Allarme già da luglio”

di MARIA SELENE CLEMENTE e ANDREA BOCCHINI

URBINO – Nonostante le piogge degli ultimi giorni, la situazione idrica nel territorio di Urbino resta critica e al limite dell’emergenza. A dirlo, il direttore dell’Autorità di ambito territoriale ottimale (Aato), Michele Ranocchi, il quale ha spiegato al Ducato che le cisterne messe a disposizione da Marche Multiservizi – dopo l’interruzione di fornitura di acqua del 5 settembre – sono “l’ultimo rimedio disponibile” a fronte di una situazione di grave sofferenza idrica.

“La condizione di quest’anno è figlia della siccità della scorsa estate, iniziata ad agosto del 2023 e peggiorata nei mesi di settembre e ottobre” riferisce Ranocchi. “Quella siamo riusciti a fronteggiarla, cioè a gestirla senza creare problemi ai cittadini. Poi però c’è stato un susseguirsi di stagioni con precipitazioni molto al di sotto della media. L’autunno, l’inverno e questa primavera sono state infatti deficitarie dal punto di vista del contributo di pioggia e non ha nevicato. Ciò crea dei grossi problemi al sistema del Nerone che si basa sulle sorgenti, quindi è necessario che le falde, in qualche maniera, abbiano la possibilità di riempirsi, ma ciò non è accaduto”. Infine ad aggravare la situazione, le temperature eccezionalmente calde dell’estate e dunque un aumento significativo dei consumi da parte dei cittadini.

Nel comunicato pubblicato da Marche Multiservizi proprio il 5 settembre si evince la portata dell’attuale carenza idrica nel territorio di Urbino: “Le sorgenti del Nerone che fino a qualche anno fa garantivano oltre 110 litri al secondo di acqua, assicurando l’autonomia dell’approvvigionamento idrico, ora forniscono appena 30 litri al secondo”.

Nessuna ordinanza per razionare l’acqua

Al ripresentarsi della crisi idrica, tuttavia, il sindaco Maurizio Gambini non ha ritenuto necessario emettere una ordinanza pubblica per razionare l’acqua. Al Ducato ha spiegato che non lo ritiene uno strumento inutile: “La crisi idrica è ovunque, non solo a Urbino. Io mi sono preoccupato di vedere se tutti i lavaggi delle auto utilizzavano acqua pubblica e, in tal caso, di farli spegnere. Per il resto l’acqua non veniva più usata da nessuna parte (giardini, rotatorie). Come ho dichiarato, l’ordinanza non sortisce alcun effetto, fa mettere solo i sindaci nella posizione di dire ‘io ho fatto tutto quello che c’era da fare’. Normalmente non mi allineo a fare delle azioni che sono solo di facciata”.

Proprio questo motivo l’opposizione, con Federico Scaramucci, attacca il primo cittadino: il consigliere Pd presenterà una mozione sulla crisi idrica nel Consiglio comunale dell’11 settembre: “È stato gravissimo che ad Urbino addirittura per tre giorni sia mancata l’acqua e non si sia provveduto prima e per tempo con una ordinanza anti spreco come hanno fatto altri comuni. Inoltre abbiamo proposto di attuare degli strumenti per informare i cittadini per tempo. Perché neanche i cittadini sapevano che c’erano questi problemi dell’acqua. L’allarme c’era già da luglio”.

Acqua del Burano nell’acquedotto del Nerone

La proposta di Gambini è di risolvere la situazione di emergenza collegando il pozzo del Burano con l’acquedotto del Nerone, un’opzione che, ritiene, consentirebbe di evitare sprechi e disagi alla cittadinanza. “Secondo me è una una questione puramente ideologica, quella di non far utilizzare in modo diretto un’acqua pura che può essere messa in condotta e non buttata nel fiume, poi ripescata, tra l’altro a beneficio delle aree interne”, ha dichiarato il sindaco al Ducato. E ha aggiunto: “La cosa ancora più grave è che va beneficio solo delle aree costiere, che va benissimo eh, non è che sono contrario, ma non è possibile che di 260 o 300 litri che vanno nell’area costiera, noi non possiamo prendere 10. Parliamo di un 2%. Cioè io credo che Urbino, Fermignano, Urbania Sant’Angelo o Montecalvo abbiamo il diritto di avere l’acqua come tutti gli altri.”

Rispetto a questa proposta però, Ranocchi ha preferito non esprimersi, rimettendosi al confronto che si terrà sul tema in occasione della prossima assemblea con i sindaci del territorio. In merito alle misure fino ad ora intraprese però ha detto: “Abbiamo fatto il possibile, anche se c’era la consapevolezza di un fenomeno che derivava già dall’estate scorsa, quindi potevamo aspettarci che si sarebbe ripresentato. Ma nel nostro lavoro abbiamo a che fare con un’incognita difficilissima da gestire”.

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