I ragazzi delle scuole di Urbino leggono Paolo Volponi

di ANNALISA GODI

URBINO – In fila uno dietro l’altro guardano la platea di compagni di scuola e, quando si avvicinano al microfono, qualcuno di loro tradisce un po’ di emozione. Le studentesse e gli studenti di tre classi delle scuole di Urbino – il liceo Raffaello, l’istituto comprensivo Pascoli-Volponi e il liceo Laurana-Baldi – hanno letto i passi delle opere di Paolo Volponi, scrittore, poeta e politico urbinate, vincitore di due premi Strega. E così gli adolescenti della generazione Z si sono confrontati con personaggi e figure concepite negli anni ’40, dalla figura femminile al rapporto (difficile, a volte conflittuale) con i genitori.

La lettura, che si è tenuta questa mattina nell’aula magna del Rettorato a Palazzo Bonaventura, fa parte delle iniziative di “Festival off”, uno degli eventi che accompagna il Festival del giornalismo culturale. Brevi videoclip dell’evento saranno proiettate durante il Festival.

Leggere Volponi a scuola

Le classi hanno scelto opere diverse: il Raffaello La strada per Roma, il Pascoli-Volponi le Poesie giovanili, mentre il Laurana-Baldi ha spaziato tra racconti e poesie, che hanno offerto loro numerosi spunti di riflessione, in particolare sulle figure femminili, grazie anche all’incontro con la figlia di Volponi, Caterina.

“È stata un’esperienza vivace e toccante – racconta Caterina Volponi – i ragazzi sono stati ricettivi e mi hanno fatto anche domande personali, a cui ho risposto con sincerità. Il lavoro con le scuole è uno dei modi migliori per diffondere la conoscenza delle opere di mio padre, facendomi capire che tra gli adolescenti degli anni Quaranta e quelli di oggi ci sono molto punti di contatto”.

Impossibile non notare la presenza preponderante delle studentesse sul palco: “Negli ultimi anni le classi sono maggiormente popolate da ragazze – afferma la professoressa Marina Iagulli del liceo Laurana-Baldi – ma hanno lavorato tutti insieme come classe, poi ho scelto chi tra loro interpretava meglio i testi”.

Le figure femminili nelle opere di Volponi

Le riflessioni delle studentesse e degli studenti hanno portato alla mente degli adulti i momenti della loro adolescenza: Alla nonna paterna rimanda il pensiero ai nonni, alla loro vita così diversa dalla nostra, facendo prendere coscienza a ragazze e ragazzi dei sacrifici che spesso non riconoscono: “Le donne di quel tempo – legge una ragazza del Laurana-Baldi – erano solite sacrificarsi per la famiglia e le esigenze altrui. In questa poesia rivedo molto mia nonna, queste qualità gliele riconosco, anche se da poco tempo”.

E ancora al rapporto complicato con la madre, di cui racconta nel romanzo Memoriale: la preoccupazione per la vita del figlio consisteva nel sapere se avesse un lavoro, se avesse mangiato e se portasse il cappotto per non prendere freddo, senza pensare che gli potesse occorrere anche altro. “Penso che i rapporti con i genitori a questa età siano molto difficili – commenta un ragazzo del liceo scientifico – e ci voglia tempo per fare in modo che accettino che stiamo crescendo. Non possiamo restare bambini e un giorno saremo adulti come loro”.

Caterina Volponi e il complesso rapporto con il padre

“Il rapporto con mio padre è stato complicato – racconta Volponi – era una persona complessa. Avere un genitore ‘creativo’ è una condizione un po’ particolare, nel bene e nel male. Quando da adulti si leggono i suoi scritti, si trovano altri aspetti della persona che se no sarebbero rimasti preclusi alla propria conoscenza”.

Infine, Caterina Volponi si rivolge direttamente alle classi: “Nel rumore di oggi, un mondo pervaso di stimoli, è molto importante saper distinguere le voci, non solo di mio padre ma anche dei grandi classici, è un’eredità da tenere viva”.

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