Di ANDREA BOCCHINI
URBINO – Da vicepresidente della Provincia di Pesaro e Urbino a grande escluso. Il sindaco Maurizio Gambini è uscito sconfitto dalle elezioni provinciali del 29 settembre scorso. Un risultato negativo per una città che è anche capoluogo ma il primo cittadino rassicura: “La mia voce ci sarà ugualmente”. E il tramite – oltre alla sua lista di centrodestra – sarà il consigliere di minoranza Oriano Giovanelli, unica rappresentanza per Urbino al tavolo della Provincia. Ma l’assenza resta: può essere uno svantaggio per la città capoluogo non avere il proprio primo cittadino negli uffici di viale Gramsci?
La distanza dall’ultimo posto utile in consiglio è stata di 600 voti ponderati e il sindaco di Urbino è stato superato anche dalla vicesindaca di Acqualagna, Alessandra Serafini (4579 voti ponderati). Raggiunto al telefono dal Ducato, però, Gambini si dice tranquillo nonostante l’esclusione: “Non si tratta affatto di uno svantaggio per la città” perché “non importa che io sia dentro o fuori, quello che conta è l’impegno della Provincia nel fare l’interesse collettivo. Questo è il modo in cui ho sempre lavorato”. Sull’operato della Provincia, il primo cittadino, qualche sassolino dalla scarpa se lo vuole togliere: “Gestita in questo modo non è il massimo e l’equilibrio, dato da questa situazione di pareggio (6 consiglieri assegnati a ciascuna lista), è ora complicato”.
Dal centrosinistra, però, nessun muro. “Sono a disposizione non soltanto per chi mi ha votato ma anche per il sindaco e la giunta – dice al Ducato Giovanelli -, da parte mia nessuna preclusione nel portare avanti un interesse che è quello della città”. Ma sul grande ruolo di Urbino capoluogo, il consigliere di minoranza detta la linea: “Occorre un rapporto disteso e leale nei confronti del territorio e invito Gambini a digerire questa sconfitta e non fare l’uomo della ripicca”. Il risultato elettorale, però, “è di grande rilevanza – continua -, il sindaco puntava anche a fare il presidente della Provincia (o comunque era un uomo di punta di quella lista) e non è stato eletto”. Un’esclusione che, secondo Giovanelli, “evidenzia una spaccatura all’interno della coalizione di centrodestra. Il carattere civico, sempre espresso da Gambini, è finito e i partiti che lo appoggiano fanno il loro gioco”.
“Il centrodestra? Ha sbagliato a fare i conti”, evidenzia Palmiro Ucchielli, sindaco di Vallefoglia ed ex presidente della Provincia di Pesaro e Urbino (eletto al neo consiglio provinciale con 5299 voti ponderati). “Certo, come sindaco posso solo essere dispiaciuto – continua – ma nella logica volevano prendere tutto e invece hanno solo preso un pugno di mosche”. E poi Ucchielli, ridendo, aggiunge: “Hanno fatto come il pifferaio di montagna, andarono per menare e tornarono buscati”. La strategia adottata dalla coalizione di centrodestra, “non è stata impostata nell’interesse della comunità”. Non solo. “La loro è stata una battaglia interna fra partiti – continua – e pur di lasciare fuori il sindaco di Urbino, hanno preferito la consigliera comunale di Mercatello sul Metauro (Fernanda Sacchi) e altro escluso è stato il sindaco civico di Cagli (Alberto Alessandri)”.
E dubbi, sul modus operandi adottato dal primo cittadino urbinate, provengono anche dalla stessa coalizione. “Gli sono mancati i voti dalla sua maggioranza. Ero presente allo scrutinio e il nome di Maurizio Gambini è uscito almeno tre o quattro volte ma non erano voti pesanti, cioè quelli a Fano o a Pesaro. Mi aspettavo che venisse eletto”, dice al Ducato il consigliere di Fratelli d’Italia del Comune di Pesaro Daniele Malandrino. Ma una cosa è certa: “Come consiglieri di tutta la Provincia, cercheremo di essere presenti anche nella zona del Montefeltro – continua -, a prescindere dall’appartenenza politica, ciascuno è tenuto a portare le istanze del territorio”.