L’oratorio san Giovanni Battista di Urbino: la “Cappella Sistina delle Marche”

Il priore della confraternita san Giovanni Battista Giuseppe Magnanelli illustra la scena del ciclo pittorico dedicato al santo
di ANNALISA GODI

URBINO – A catturare l’occhio è la grande crocifissione che occupa tutta la parete sul lato corto, fino al soffitto, con i suoi colori forti e il caos imperante ai piedi della croce di Gesù. A circondarla c’è il ciclo pittorico dedicato a san Giovanni Battista, dove le scene di vita religiosa si intrecciano con quella quotidiana.

Tutto questo si trova nell’ oratorio san Giovanni di Urbino, soprannominato la ‘Cappella Sistina delle Marche’.

Questa piccola perla, però, rimane sconosciuta ai più, “anche tra gli urbinati” specifica il priore dell’omonima confraternita Giuseppe Magnanelli. Nonostante ciò da dieci anni a oggi le presenze sono aumentate: da sei-settemila visitatori all’anno si è arrivati a staccare 45 mila biglietti nel periodo pre-Covid.

La ‘Cappella Sistina delle Marche’

“Quando i turisti escono da qui paragonano gli affreschi a quelli della Cappella Sistina” sostiene Magnanelli. È così che nasce il soprannome con cui l’oratorio è conosciuto.

A realizzarla a inizio Quattrocento sono stati i fratelli Lorenzo e Iacopo Salimbeni, due artisti originari di San Severino Marche, esponenti dello stile gotico internazionale.

“Ogni volta che si guarda il ciclo pittorico si può scorgere un dettaglio in più” continua il priore. Il ragazzo che si sfila le calze, i bambini che si prendono a calci e la madre che trattiene il figlio sono elementi della mano realistica di Iacopo, che pone grande attenzione anche all’espressività dei volti. Le increspature dell’acqua attorno alle gambe di due ragazzi, le pieghe dei tessuti e i colori cangianti delle vesti sono invece il tratto distintivo di Lorenzo.

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