Di CHIARA RICCIOLINI
URBINO – Precari della scuola nuovamente esclusi dalla Carta docenti. Il sussidio economico di cinquecento euro destinato agli insegnanti per l’acquisto di dispositivi elettronici, libri e corsi di aggiornamento, non sarà più disponibile per i docenti non di ruolo, obiettivo faticosamente raggiunto negli anni dalle sigle sindacali, dopo centinaia di ricorsi vinti. Sul sito del ministero dell’Istruzione e del Merito è comparsa la comunicazione: “La carta è riservata ai soli docenti di ruolo”. In risposta, Flc Cgil ha dichiarato lo “stato di agitazione” per tutto il personale scolastico, della ricerca e dell’Afam (alta formazione artistica, musicale e coreutica) a livello nazionale. Nella provincia di Pesaro e Urbino, che registra il più alto numero di precari tra le province marchigiane, con un 23,67% e un incremento di 10 punti percentuali negli ultimi 8 anni (dati di Uil Scuola Rua Marche, marzo 2024) i sindacati sono in prima fila nella protesta: “A fine mese indiremo uno sciopero nazionale”, ha annunciato Cinzia Scardacchi, segretaria provinciale Flc Cgil Pesaro Urbino.
Questa decisione arriva dopo un incontro tra i delegati sindacali e il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara sulle problematiche legate all’inizio dell’anno scolastico e al precariato. “Dicono che non ci sono soldi – spiega Scardacchi -. In origine la carta, istituita dal governo Renzi, era riservata solo ai docenti di ruolo. Successivamente, grazie ai ricorsi, eravamo riusciti a estenderne l’uso anche ai precari con incarico annuale fino al 31 agosto. Stavamo cercando di farla valere anche per i contratti fino al 30 giugno, ma non ci siamo ancora riusciti. Ora siamo tornati indietro”.
La docente urbinate: “presa in giro”
“È un’ulteriore presa in giro”, dice Francesca, insegnante precaria di Scienze all’Itis “Enrico Mattei” di Urbino. “Io uso un computer di mia proprietà – spiega la docente – e pago da sola i corsi di formazione. È vero che sono obbligatori solo per i docenti di ruolo, ma penso che sia un dovere per tutti restare aggiornati per offrire un servizio migliore agli studenti. Per noi precari però è tutto a nostre spese”.
Le altre motivazioni della protesta
Tra le motivazioni determinanti per lo stato di agitazione e per il futuro sciopero c’è anche il finanziamento stabilito dal governo per il Contratto collettivo nazionale del lavoro per il periodo 2022-2024. “Il finanziamento previsto dal governo, pari al 5,78%, non copre l’inflazione del 17,3%”, denuncia Flc Cgil. Un’altra richiesta è ricondurre sotto il Ccnl tutte le materie di natura contrattuale, dall’utilizzo delle risorse economiche, all’ordinamento professionale, ai percorsi di valorizzazione. Obiettivi che non tralasciano la piaga principale che affligge la scuola italiana: il precariato e l’abuso di contratti di lavoro a termine.