Rapporto Gimbe sulla Sanità: nelle Marche sempre più persone rinunciano alle cure

di CRISTINA R. CIRRI

URBINO – Nel 2023 nelle Marche il 9,7% delle famiglie ha rinunciato a curarsi. Dato allarmante se si considera che la media nazionale è del 7,6% e la Regione in questo momento fa meglio solo di Lazio e Molise, con un dato in aumento rispetto al 2022 quando la percentuale era al 7%. È quanto si legge nel Rapporto Gimbe sul Servizio Sanitario Nazionale da cui emergono due aspetti fondamentali: le carenze del personale sanitario italiano e la mancanza di strutture adeguate.

Troppi assistiti, pochi pediatri

Tra il 2019 e il 2022, le Marche hanno registrato una riduzione minima nel numero di medici di base attivi che è a -2,1%, una delle migliori performance a livello nazionale. Il numero medio di assistiti è intorno a 1376 – il massimo è 1500 e la media nazionale è 1353 – per medico della Regione. Secondo queste stime il primo gennaio 2023 nelle Marche mancavano 96 medici di base, con situazioni più critiche nelle grandi regioni del nord come la Lombardia. Sempre nel 2023 la Regione ha riscontrato una riduzione del 2,1% nel numero dei pediatri attivi rispetto al 2019. Ma il dato allarmante è che l’86,7% di loro ha in carico oltre 800 bambini (limite massimo di assistiti): una delle percentuali più alte a livello nazionale.

Diminuiscono anche le performance Lea

Tra il 2021 e il 2022 si è assistito inoltre ad una significativa riduzione delle performance Lea. Si tratta dei livelli essenziali di assistenza che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini gratuitamente o dietro pagamento di un ticket. Le Marche si collocano al quinto posto nell’assistenza distrettuale e in quella ospedaliera, ma occupano la quattordicesima posizione nella prevenzione. E nonostante risultino tra le 13 Regioni che presentano i dati migliori e si trovino all’ottavo posto nella classifica nazionale del 2022 con un punteggio di 243,20, hanno visto una significativa riduzione delle performance Lea con -14,7 punti rispetto al 2021. Uno dei risultati peggiori a livello nazionale.

E le strutture?

Sono state prese in considerazione anche le strutture che dovranno essere realizzate con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Per le “Case della Comunità”, nelle Marche, rispetto alle 29 strutture previste entro il 2026 ne sono state attivate solo 3 pari al 10% sotto la media nazionale del 19%; per le Cot (Centrali operative territoriali) sono state attivate tutte e 15 quelle previste risultando, insieme a Umbria e Abruzzo, una Regione con il 100% di Cot perfettamente funzionanti, secondo i dati aggiornati al 2024. E se da una parte i posti letto realizzati in terapia intensiva e sub-intensiva sono pari rispettivamente all’84% e all’82% (con una media nazionale al 52%), per quanto riguarda gli ospedali di comunità dei nove che dovrebbero essere attivati entro il 2026, attualmente ne è attivo soltanto uno.


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