Urbino, così il ddl sicurezza mette a rischio il settore della cannabis light

di LAURA NASALI

URBINO – Un emendamento del ddl sicurezza potrebbe mettere a repentaglio un intero mercato. La cannabis light rischia di non poter più essere coltivata, venduta e di conseguenza utilizzata. A Urbino e nei dintorni alcuni tra negozianti e agricoltori hanno deciso di gettare la spugna mentre altri temono di doverlo fare presto.

A oggi la legge autorizza la produzione e vendita di canapa a uso industriale, con quantità di Thc inferiore allo 0,2%. Già da anni, però, periodicamente in Parlamento si parla di bandire la sostanza. Il 10 settembre 2024 il Dipartimento per le politiche antidroga, della Presidenza del Consiglio dei ministri, ha pubblicato dei chiarimenti in merito all’emendamento.

La paura dei produttori e dei negozianti

Massimiliano Marinelli, ex coltivatore di canapa, ha provato a tenere duro per qualche anno ma poi il timore di vedersi portare via i sacrifici di una vita lo hanno portato a lasciare l’attività.

“Ho smesso da due anni perché non era più fattibile, è diventato un mercato difficilissimo. Non c’erano più le condizioni per produrre. Con la legge incerta, che cambia continuamente, ho capito che dovevo smettere prima di scottarmi e farmi molto male. Non mi potevo più permettere di rischiare”.

Antonio Trionfi Honorati è uno dei pochi agricoltori che ancora riesce a resistere, anche grazie al fatto che l’azienda, con sede a Jesi, non si basa solo sulla produzione di canapa. “Io rispetto a tanti miei colleghi ho le spalle coperte dalle altre coltivazioni. Se dovessi vivere solo di quello probabilmente avrei lasciato perdere anche io”.

Tra le strade del centro storico di Urbino sono rimasti soltanto due negozi adibiti alla vendita di cannabis light, entrambi però sono distributori automatici. “Avevo una rivendita ma sono stata costretta a chiudere durante il Covid. Tanti continuano a dire che si tratta di un’erba che sconvolge, ma non è vero – spiega Giorgia Brunetti – non si rendono conto che se l’emendamento viene davvero approvato definitivamente tantissime persone finiranno senza lavoro. A questo punto era meglio se non facevano aprire proprio i negozi e le coltivazioni”.

L’ex negoziante racconta anche di essere stata costretta a rimuovere diversi prodotti a base di cannabis light, nonostante non sussistesse alcuna legge al riguardo. “Avevo le forze dell’ordine in bottega tutti i giorni. Sono arrivata a 20 mila euro di debiti”.

La cannabis light per uso terapeutico

Sono in tanti a Urbino ad affidarsi alla canapa per un utilizzo curativo. La si può acquistare anche in farmacia, ma con una percentuale di Thc nettamente più alta e solo dietro prescrizione medica. Quella venduta nei negozi rimane, però, un modo per curare i dolori e i forti momenti di stress.

“Tanti dei miei clienti erano persone con malattie gravi come tumori e Parkinson ma purtroppo in Italia l’uso di cannabis a scopo curativo non è visto bene. Purtroppo in molti non sanno veramente cosa sia. Queste persone preferivano assumere una bassa percentuale di Thc perché gli garantiva di continuare una vita più normale: a dosi più alte, ad esempio, non ci si può mettere alla guida” continua Giorgia Brunetti.

Anche alcuni medici di base di Urbino prescrivono o consigliano l’utilizzo della cannabis light per combattere il dolore che, nel caso di specifiche malattie, diventa totalizzante e invalidante.

“Mi è capitato di prescriverla a pazienti con il morbo di Parkinson ad esempio. I benefici sono svariati. Dal miglioramento del sistema motorio per chi ha problemi a livello neurologico a quello emotivo per gli stati d’ansia e i disturbi del sonno – dice Duccio Alessandro Marchi, medico di base – è una freccia in più che la medicina ha e che può scagliare per aiutare i pazienti, almeno per risparmiar loro il dolore che in alcuni casi è davvero insopportabile”. Anche altri medici di base, come Giulio Fedrighelli e Giovanni Renzetti Papi, pur non avendolo mai dovuto fare, hanno dichiarato che non avrebbero problemi a prescrivere la sostanza ai propri pazienti.

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