Donne in agricoltura: Giuditta, Arianna e le altre. Nelle Marche sono oltre 6.000

di CRISTINA R. CIRRI

URBINO – Impastano il pane, lavorano la terra, raccolgono finocchi e olive, guidano trattori. L’imprenditoria femminile è protagonista anche in agricoltura. Proprio per questo ogni 15 ottobre si celebra la giornata internazionale delle donne rurali. Istituta dall’Assemblea mondiale delle Nazioni Unite per celebrare tutte coloro che contribuiscono in modo significativo alla produzione agricola e alla gestione del territorio e delle aziende. Nelle Marche sono oltre seimila le aziende agricole gestite da una o più donne, 1.200 solo nella provincia di Pesaro e Urbino

Tre donne alla guida di un’azienda

Una donna che ha fatto della terra la sua vita è Giuditta Mercurio, 43 anni, originaria di Urbino che, finiti gli studi superiori si trasferisce a Bologna dove si laurea in tecnico di radiologia. Nel 2012, dopo 10 anni, rescinde il contratto a tempo indeterminato nel reparto di neuroradiologia dell’ospedale Bellaria di Bologna e fonda la sua azienda agricola Gentil Verde insieme ad Agnese Podgornik ed Eva Sandor. Si occupano della produzione di cereali antichi, gli stessi che si utilizzavano un tempo per creare prodotti da forno. “La passione per l’agricoltura credo che dovrebbero averla tutti perché racconta le nostre origini – dice al Ducato – quando hai un posto pubblico a tempo indeterminato è da pazzi fare questa scelta. Noi siamo tre donne che avevano un lavoro fisso però ciò che ci dà l’attività che stiamo svolgendo con la nostra azienda ci gratifica e ci dà la soddisfazione necessaria per comprendere che siamo facendo la cosa giusta”.

Da destra a sinistra Giuditta, Agnese e Eva proprietarie dell’azienda agricola Gentil Verde

Mandare avanti un’azienda agricola è un lavoro che si associa, ancora, agli uomini. Anche se le donne in agricoltura non sono mai state una novità. “Nel passato erano molte quelle che si occupano di coltivazioni e di gestione della terra”. Per Giuditta però, non esiste differenza tra uomo e donna nel modo di occuparsi della terra: “Quello che può fare un uomo posso farlo serenamente io e con me tutte le donne. Una balla di fieno che pesa cinque quintali non la alzerò mai né io né un uomo. Lo farà il trattore. Credo che non conti il sesso ma la passione. Quella sta alla base di tutto”.

Una passione comunque giovanile

Ma anche i giovani stanno investendo nell’ agricoltura a volte ereditando le aziende dei nonni o dei genitori e trasformandole in qualcosa di più innovativo e sostenibile. Come quella di Arianna Bottin, la delegata regionale Coldiretti giovani impresa Marche che insieme ad altri tre soci gestisce l’azienda agricola Poggioverde. “Siamo 1.400 aziende giovani nelle Marche – dice al Ducato – io ho un’azienda quasi vecchio stampo che fa prettamente cereali. Ma in agricoltura siamo un bel numero di ragazze che si sono avvicinate negli anni alle attività rurali. Tutte abbiamo aziende agricole o attività agrituristiche perché crediamo nel ritorno alla terra e soprattutto perché crediamo possa darci un reddito sufficiente per vivere bene”.

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