Aggiornato il piano regionale di gestione rifiuti: in provincia di Pesaro e Urbino non serve nessun nuovo sito

Di ANDREA BOCCHINI

URBINO – “In provincia di Pesaro e Urbino non servono nuove discariche”. È quanto dice al Ducato l’assessore regionale all’Ambiente Stefano Aguzzi che interviene sull’aggiornamento del nuovo piano di gestione rifiuti. “Nel territorio provinciale, non occorrono nuovi siti di smaltimento rifiuti e se fossi il direttore dell’assemblea territoriale d’ambito (Ata) della provincia – che si occupa della gestione dei rifiuti sul territorio, nrd – opterei, invece, per un ampliamento dei siti già esistenti, quelli di Monteschiantello (Fano) e Ca’ Asprete (Tavullia)”.

La scelta, però, non spetta alla Regione. È l’Ata di Pesaro e Urbino a decidere se costruire (o meno) un nuovo sito oppure ampliare quelli esistenti. Per lo meno fino al 2030, anno in cui si riorganizzeranno le Ata provinciali in un’unica governance regionale. Tra le pagine del documento, un migliaio con gli allegati, inoltre, rispunta anche l’opzione termovalorizzatore, già ventilata in passato. “Preferisco chiamarlo impianto di fine ciclo” -, aggiunge Aguzzi. Ma quanti ne serviranno e dove sorgeranno, non è ancora chiaro.

Il nuovo Piano

Sono passati circa 10 anni dall’ultimo piano di gestione rifiuti. La Giunta ha deliberato martedì scorso il nuovo documento che dovrà passare ora l’esame della Valutazione ambientale strategica (Vas): un iter di 45 giorni in cui potranno essere depositate osservazioni da parte di opposizioni, associazioni e cittadini. Successivamente, si arriverà in Consiglio regionale per l’approvazione definitiva.

“Quelle che abbiamo deliberato sono solo delle linee programmatiche – spiega l’assessore -. È compito dell’Ata di Pesaro e Urbino decidere se in futuro possano o meno servire delle nuove discariche, valutando cosa fare da qui fino al 2030 quando l’ambito di gestione dei rifiuti non sarà più suddiviso tra province, ma unico e regionale”.

Sul termovalorizzatore, invece, Aguzzi non ha dubbi: “In caso si approvi un impianto di questo genere a livello regionale, io credo che nella provincia di Pesaro e Urbino non serva più nessuna discarica”. E sul problema dei siti di Monteschiantello e Ca’ Asprete – entrambe le discariche si esauriranno entro il 2027 – “occorre un ampliamento e nel caso questo non bastasse, una governance regionale permetterebbe di portare i rifiuti da una provincia all’altra”.

Le opposizioni

“Prevedono un inceneritore, ma non si sa dove lo vogliono costruire”, dice al Ducato Micaela Vitri, consigliera regionale di minoranza (Pd). “Presenteremo sicuramente delle osservazioni. Quali sono le motivazioni per fare (nel caso) un inceneritore in aree che hanno una gestione rifiuti zero?”. Mentre sul maxi sito di Riceci, Vitri è chiara: “Già è stato uno spreco di risorse, non occorre un nuovo sito se nel piano è previsto un termovalorizzatore”.

Ci va meno leggero il Movimento 5 stelle che si dichiara “fermamente contrario” a un inceneritore sul territorio marchigiano. “Nel nuovo piano regionale di gestione dei rifiuti si assume come orientamento strategico la tipologia di impianto di valorizzazione energetica: un modo meno brutale per definire un inceneritore”, dice la capogruppo grillina in Consiglio regionale Marta Ruggeri. “Termovalorizzatore è solo un termine usato per indorare la pillola, non essendo altro che un inceneritore con collegata una turbina a vapore che produce energie elettrica dal calore della combustione”. E poi conclude: “Invito le associazioni ambientaliste, i comitati e i cittadini a presentare osservazioni per opporsi a questo orientamento strategico della ‘valorizzazione energetica’ mediante combustione dei rifiuti”.

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