Di ANDREA BOCCHINI
URBINO – Dolce attesa. È l’ultimo lavoro del regista e insegnante di cinema a Urbino Andrea Laquidara. Un cortometraggio (dura meno di quattro minuti) girato lo scorso aprile, in cui centrale è il rapporto tra uomo, ambiente e futuro. Non solo. La protagonista Angela Cervellieri, nel corto, vive a Petriano, tra le colline di Riceci. Uno sfondo unico per bellezza. Ma proprio in quel grande spazio verde, prima che la Provincia di Pesaro e Urbino ponesse il no definitivo al progetto, si stava pensando di costruire una discarica da cinque milioni di metri cubi. Il corto sarà premiato al Fano Film Festival.
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La questione Riceci
Tema centrale: l’ambiente. Il regista lo ha presente e cerca di portarlo anche all’attenzione degli spettatori. “Tutti noi che abitiamo a Urbino conosciamo il maxi sito di Riceci”, spiega al Ducato. E la scelta della location non è affatto casuale, la macchina da presa, non a caso, indugia sul profilo di Urbino sullo sfondo: “Indipendentemente dalla presenza o meno di una discarica, abbiamo ritenuto di ambientare il corto in quel bellissimo paesaggio per non limitarci alla semplice denuncia – continua -, che spetta invece al giornalismo. Volevamo fare una riflessione più ampia nel rapporto tra paesaggio, ambiente e futuro di chi in quel luogo ha prospettive future perché ci vive”.
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Il corto
Un futuro che sta progettando anche Angela: il corto, infatti, inizia con la donna che fa il test di gravidanza e, nel tempo di attesa del risultato, esce in balcone. Guarda il mondo fuori e riflette sul futuro del suo bambino. Davanti a lei il paesaggio verde di Petriano. Non è sola. L’inquadratura si sposta su una famiglia di vicini: una mamma e il suo bambino – interpretati rispettivamente da Giovanna Errede e Nathan Paolucci -. Sono di ritorno dalla spesa. Poi appaiono gli scavi dei sondaggi che sono in corso. E parte la riflessione.
“Angela osserva il cantiere che si sta avviando in questo bellissimo luogo a poca distanza dal centro storico – spiega Laquidara -. L’altra famiglia già di per sé dovrebbe far riflettere su cosa significa vivere in un luogo in cui a due passi potrebbe sorgere un sito per rifiuti da cinque milioni di metri cubi”. Ma nella visione si “lasciano molte soglie aperte – continua -. Si tratta di una storia piena di interrogativi e domande. Volutamente non abbiamo voluto dare delle risposte”.
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Il messaggio
Un messaggio che Laquidara spera possa arrivare a molti. “Occorre essere un po’ selettivi. Io come stile non prediligo le cose definitive e mi piacciono quelle poco urlate. Lo spettatore può notare dei messaggi e aprire delle riflessioni. Il messaggio? Credo che in molti abbiano compreso ciò che si voleva comunicare”. Un cortometraggio breve ma ricco di significato in cui “il lavoro svolto è stato fluido e collettivo – continua -. Con tutto il gruppo di AB Produzioni e Associazione La Ginestra siamo stati capaci di lavorare insieme e nel momento in cui è stata formulata l’idea nella scrittura ognuno ha messo un pezzetto”. Insomma, “ognuno ha fatto la sua parte”.
Già autore del film Ritratto di Donna in un Paesaggio – sull’identità della Gioconda – il nuovo corto di Laquidara sarà proiettato domani, mercoledì 23 ottobre, al cinema Masetti di Fano, sempre all’interno della stessa rassegna. Poi sabato la premiazione: Dolce attesa verrà inserita all’interno delle menzioni speciali previste dal Festival”, conclude Laquidara.