Mercato dell’auto, a Pesaro e Urbino l’elettrico non si vende

Di CHIARA RICCIOLINI

URBINO – Ristagna la vendita delle auto elettriche nella provincia di Pesaro e Urbino, ma cresce il mercato totale delle automobili. Secondo i dati forniti dall’Unione rappresentanti autoveicoli esteri (Unrae), nel periodo gennaio-settembre 2024 le vendite dell’elettrico sono cresciute in un anno solo dell’1% nella provincia, a fronte di un aumento complessivo dell’8,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Il dato è preoccupante, soprattutto in vista della scadenza del 2035, prevista per il raggiungimento dell’obiettivo “emissioni zero” del Green Deal europeo, l’insieme di politiche mirate a ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030. Le concessionarie, i sindacati e gli operai di aziende di componentistica della zona lanciano l’allarme.

Le concessionarie: “L’elettrico non si vende”

Secondo i dati nazionali dell’Unrae, in Italia nel settembre 2024 le nuove immatricolazioni hanno registrato un calo complessivo del 10,7%. La vendita di veicoli elettrici rappresenta solo il 5,2% del totale. L’Italia è comunque in buona compagnia, con la Germania che registra un calo delle immatricolazioni del 7% e la Francia dell’11,1%. Chiudono in positivo solo il Regno Unito (+1%) e la Spagna (+6,3%), come registrato dai dati dell’Acea, l’associazione europea che raggruppa i costruttori di auto, riferite al settembre 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023.

Secondo Sara Cancellieri, della concessionaria “Centrauto Cancellieri” di Fermignano, le auto elettriche non si vendono. “Richiesta dell’elettrico non c’è – spiega -, queste auto sono troppo care. Una famiglia di due persone fa fatica a spendere 30 mila euro per una Cinquecento o 40 mila per una Seicento”. La mancanza di incentivi e il costo elevato dei veicoli elettrici pongono un freno alla domanda. “Non so che tipo di reddito si pensa che abbiano gli italiani, ma con questi prezzi non ce la fanno”.

Un altro ostacolo è dato dalla scarsità di colonnine di ricarica nel territorio. “Qui a Fermignano siamo abbastanza forniti ma nelle zone limitrofe come Urbino sono ancora troppo poche – riporta Cancellieri -, in tre anni abbiamo venduto solo tre auto elettriche e le hanno acquistate persone che avevano in programma una ristrutturazione della casa, comprensiva di un garage con colonnina di ricarica interna”.


La situazione si complica quando si parla del valore di rivendita di questo tipo di veicoli: “Le auto elettriche quando le vai a rivendere non valgono nulla perché non le compra nessuno – lamenta – sono macchine che si svalutano subito”.

La concessionaria “Superauto Ottaviani” in via della Stazione non ha ancora venduto nessun modello di auto elettrica, da quando sono uscite sul mercato. “I prezzi delle auto sono troppo alti –
commentano dalla concessionaria – si parte da 30 mila euro. Inoltre in questa zona non ci sono colonnine di ricarica, diventa tutto molto complicato così”.

Secondo l’addetto alla vendita delle auto elettriche della concessionaria “Rondina auto” “l’elettrico non è il prodotto che ci permette di alzare la serranda la mattina. Adesso, dopo che il governo ha tolto gli incentivi non stiamo vendendo. I clienti sono scarsamente informati. Sono spaventati dall’idea di ricaricare l’auto alle colonnine, ma non sanno che la colonnina si può anche installare nel posto auto chiamando un elettricista con una spesa di 1000-1500 euro per 3 o 6 kilowatt che sono più che sufficienti. Inoltre l’elettrico costa ancora troppo, ha dei prezzi nettamente superiori a veicoli con prestazioni analoghe non elettrici”.

Un passo avanti a Urbino è stato fatto durante lo scorso Consiglio comunale in cui è stata approvata all’unanimità la concessione del diritto di superficie a Ewiva per realizzare una cabina per la ricarica delle auto elettriche nel parcheggio dell’ospedale in via Bonconte da Montefeltro.

L’allarme di sindacati e operai

Gli operai della Adler Evo di Pesaro, azienda di componentistica che lavora anche con Stellantis, sono in cassa integrazione da quasi un anno. “Il periodo è complicato – commenta Andrea Piccolo segretario provinciale di Filctem Cgil Pesaro – alla Adler Evo sono tutti in cassa integrazione a turno da quasi un anno. Lavorano al 50%”. “La crisi è strutturale ed è causata dalla questione internazionale della transizione ecologica. Il vero problema è che non sono state fatte politiche per l’automotive”, commenta Piccolo.

“Viviamo con attenzione e apprensione le prossime tappe”, continua, menzionando le mobilitazioni che si sono svolte e si svolgeranno anche prossimamente a Roma per i metalmeccanici e gli operai dell’automotive. “Servono investimenti, bisognerà capire cosa succederà nel 2035, le dichiarazioni di Tavares gridano vendetta”, aggiunge.

Tavares, amministratore delegato del gruppo Stellantis, ha dichiarato, intervistato da Rtl al Salone dell’auto di Parigi, di “non scartare nulla” per quanto riguarda possibili licenziamenti. Aggiungendo poi che “la salute finanziaria di Stellantis non passa unicamente dalla soppressione di posti”. Secondo il rappresentante sindacale “quando Marchionne disse che l’auto elettrica non era il futuro fece un errore. In questo Paese è mancata una vera politica economica industriale, abbiamo svenduto i gioielli di famiglia”.


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