di MARIA CONCETTA VALENTE
URBINO – “Non entrate nella mia stanza”. È l’ultima frase che Riccardo Branchini ha detto ai familiari prima di sparire nel nulla. Il caso del 19enne di Acqualagna scomparso dal 13 ottobre è tornato ieri sera al programma Chi l’ha visto?, condotto da Federica Sciarelli. Nel servizio vengono ricostruite le ultime ore del giovane e per la prima volta parlano gli amici Rebecca, Roman, Noemi, Davide, Lucia e Giulia. Con alcuni di loro Riccardo ha trascorso la serata di sabato, prima di far perdere ogni sua traccia. “Speriamo che tu stia bene, facci sapere se va tutto ok”. “L’unica cosa che gli dico è Ricca’, se sei in giro ritorna, perché qua ti aspettiamo tutti”. “Speriamo che se ne sia andato, è la cosa più logica considerando che ancora non si trova”. Sono i messaggi di alcuni di loro.
Raccontano che nell’ultimo viaggio insieme, “Riccardo aveva dei momenti in cui preferiva stare da solo. Abbiamo cercato di parlarci e chiedere perché. Lui ha detto che si sentiva messo da parte. Poi ne abbiamo parlato e pensavamo fosse risolto. Stavamo provando a integrarlo più di quanto facessimo prima”. Il gruppo di 19enni è provato. Alcuni di loro scoppiano in lacrime.
Nel servizio, le videocamere entrano a casa di Riccardo, nella sua cameretta “così come l’ha lasciata”. I video con il gatto e il messaggio della nonna Osvalda: “Se non ci vuole far morire deve ritornare. Noi senza di lui non ce la facciamo. Lui lo sa, glielo dicevo sempre: ‘Il Signore ti ha mandato per farci felici'”.
La mamma: “Mi ha abbracciata come se venisse da un incubo”
La mamma Federica Pambianchi piange, ha gli occhi chiusi e quasi mai guarda in camera. “Il 19 settembre quando sono andata a prenderlo alla stazione di Fano, ha avuto un atteggiamento che non aveva da quando era piccolo”, racconta. “Mi è corso incontro, come fossi la fidanzata, come fossi un angelo. Mi ha abbracciato forte e non si staccava più da me. Mi ha riempito di baci, come se venisse da un incubo e vedesse il suo angelo. Ho avuto questa sensazione”. La mamma non si dà pace. “Forse l’ho tartassato?”, si domanda. Poi l’appello, l’ennesimo, finora inascoltato: “Sono disposta a fare di tutto. La soluzione Richi c’è, ritorna che ti aiuto io amore”.
Gli amici: “Sabato abbiamo donato il sangue. Era un po’ stanco”
Gli amici raccontano che insieme, nella giornata di sabato, hanno donato il sangue, dettaglio finora non emerso. Poi la cena al ristorante greco, a Urbino. Alle 23:25 circa, Riccardo è rientrato a casa. “Era un po’ stanco quella sera”, dice una di loro. A casa c’era la nonna che guarda la tv e a cui Riccardo aveva chiesto espressamente di non entrare nella sua stanza. “Lo ha fatto perché voleva parlare con gli amici al computer, accadeva spesso”, dice la mamma Federica Pambianchi. La nonna è andata a dormire. Alle 23:45 circa, Davide insieme con Noemi sono andati a casa di Riccardo per riprendere un borsone. “Sono a Bologna per l’università – spiega il ragazzo – Lo utilizzo per portare su la roba da mangiare. Lo avevo dimenticato lì, è stato lui a ricordarmelo”. Poi sono andati via. E da lì tutto si offusca.
A 00:15 circa, una telecamera riprende il diciannovenne uscire di casa a bordo dell’auto della mamma. La stessa è stata trovata il giorno dopo all’altezza della diga della Gola del Furlo. “L’area purtroppo non è videosorvegliata”, riferisce uno dei guardiani. Di Riccardo nessuna traccia. L’auto è aperta, la chiavi sono nel cruscotto. Al suo interno il cellulare, il portafoglio con i documenti, un jeans sporco e una maglia bianca. “Quella sera ne indossava una rossa”, riferisce la mamma.
Mentre hanno sospeso le ricerche alla Gola del Furlo restano ancora tanti gli interrogativi: con chi parlava al computer? Dov’è ora Riccardo? Perché è sparito nel nulla?