di ANNALISA GODI
URBINO – Chiara Shannon Calcagnini, figlia del rettore dell’Università di Urbino Giorgio, è partita dalla città ducale a 18 anni per esplorare una parte di sé, quella americana, acquisita dalla madre, Catherine Lea Farwell.
Da Urbino a Chicago, passando per il Belgio e Montreal
Dopo il diploma nel 2011 al Liceo Raffaello, Chiara è volata negli Stati Uniti dove ha frequentato la University of Wisconsin – Madison, laureandosi in business administration.
“Dopo l’università, ho iniziato a lavorare a Chicago – racconta Calcagnini -, poi ho fatto brevi periodi in Belgio e a Montreal in Canada, ora sono di nuovo a Chicago”, dove si occupa di marketing per una grande azienda del settore alimentare.
A Urbino torna due o tre volte all’anno: riesce a restarci anche un mese grazie allo smart working.
Il voto per Kamala Harris
Cittadina americana, oltre che italiana, andrà alle urne il 5 novembre: “Senz’ombra di dubbio voterò per Kamala Harris“.
Per Calcagnini, non conta solo il ticket presidenziale – composto da Harris e dal suo vice Tim Walz –, ma è importante tutto quanto ruota intorno al candidato presidenziale: “Indipendentemente dalla candidatura di Harris avrei votato democratico, anche se è molto emozionante credere che una donna possa vincere le elezioni”.
Gli ultimi sondaggi – nel link, il più recente della Cnn – mostrano che la curiosità e l’entusiasmo inizialmente suscitati dalla candidatura di Harris si sono stemperati.
Per Calcagnini, la tendenza è generale e sarebbe condizionata soprattutto della guerra in Medio Oriente: “La questione è molto sentita, soprattutto a Chicago, dove ci sono state proteste contro il genocidio dei palestinesi a Gaza. I giovani, che tendenzialmente sono democratici, sono disillusi dal sostegno che gli Stati Uniti danno a Israele”.
Trump, Musk e i gatti di Springfield
E l’altro candidato, Donald Trump? “Il tema di queste elezioni è la difesa della democrazia. Trovo eclatante che abbia detto ‘Se votate per me, dopo non dovrete più votare’: è veramente una follia”.
Un cavallo di battaglia dell’ex presidente è l’immigrazione: Trump si riferisce spesso agli immigrati, in particolare messicani e sudamericani, come criminali. La domanda sorge spontanea: ma qualcuno ha creduto veramente alla storia inventata sugli immigrati che mangiano i gatti a Springfield? “Fa molto ridere. Nel mio ambiente no. Ma purtroppo ci sono persone che credono a tutto ciò che dice”.
Nell’imminenza del voto, anche il miliardario Elon Musk si dà da fare per la campagna elettorale di Trump, andando in Pennsylvania ai comizi, donando 75 milioni al comitato elettorale e lanciando una lotteria che premierà i firmatari di una petizione online per la libertà di parola e il diritto a portare le armi. Assegni sono già stati staccati.
Su Musk, Calcagnini è drastica: “È visto come un lunatico, ha manie di grandezza e molte risorse a sua disposizione, è preoccupante vedere quanta influenza abbia su Trump”.