di ANDREA BOCCHINI
URBINO – Anno 2010. L’attore americano Dustin Hoffman è protagonista dello spot promozionale della Regione Marche. Il vincitore di due premi Oscar passa anche a Urbino. Per il set, Hoffman si trova tra le verdi colline di Petriano. Poi visita la città: Palazzo Ducale, i suoi torricini, piazza della Repubblica. Ma Hoffman non è il solo americano a far visita alla città di Raffaello. Sono tanti i registi, attori, musicisti, avvocati e giornalisti passati di qui.
Anno 2023. L’attore, regista e cantante statunitense Anson Williams, noto per aver interpretato il ruolo di Warren “Potsie” Webber, nel telefilm Happy Days, è in città. Insieme a lui, la moglie Sharon con cui visita Palazzo Ducale e passeggia nel centro storico. Da Happy Days a Criminal Minds: l’attore americano Joe Mantegna, nello stesso anno, visita Urbino. Si era trattenuto tre giorni, ospite dell’azienda urbinate Benelli Armi. Mantegna proviene da una famiglia italo-americana dell’Illinois (madre originaria di Bari, padre di Enna). Non solo cinema. Nel 2010, la band di Washington DC, i Suspicious Package, hanno voluto ammirare per la prima volta la città ducale. La conoscevano grazie all’Urbino Press Award, il premio nato nel 2006 e dedicato alla stampa statunitense.
Proprio lo stesso premio ha portato nelle stanze di Palazzo Ducale, volti noti del giornalismo americano: Jonathan Karl (2024), Ellen Nakashima (2023), Mark Mazzetti (2016), Gwen Ifill (2015), Wolf Blitzer (2013), David Ignatius (2010), Thomas Friedman (2009), Martha Raddatz (2008), Michael Weisskopf (2007), Diane Rehm (2006).
Ma occorre sfogliare i vecchi Ducati e tornare ancora più indietro per scovare altre personalità a stelle e strisce che sono passate di qui. Anno 1991, l’attrice americana Brooke Christa Camile Shield è in città per girare il film Un amore americano (1994), diretto da Piero Schivazappa e ambientato tra Urbino e lo Stato americano dello Iowa. E ancora. Anno 1997, in occasione di un seminario sulle pari opportunità, il nostro giornale parla con l’avvocata americana (originaria del Sudafrica) Rina Rosenberg. Poi nel 1998, tocca a Judith Malina, la fondatrice del Living Theatre che incontra gli studenti di Sociologia dell’Università urbinate per parlare di “Teatro e donna”.