di MARIA CONCETTA VALENTE
URBINO – “Penso sia capace di crearsi documenti falsi. In passato lo ha già fatto per una sua compagna”. Mentre lo dice ha lo sguardo fisso in camera Federica Pambianchi, la mamma di Riccardo Branchini – il diciannovenne di Acqualagna scomparso dal 13 ottobre -. Ieri sera il caso è tornato al programma Chi l’ha visto?, condotto da Federica Sciarelli su Rai 3.
Nella puntata sono state fatte sentire le registrazioni delle chiamate anonime che la madre e la legale Elena Fabbri ricevono da giorni.
– “Ho ritrovato il vostro amico Riccardo”
– “Chi sei?” domanda l’avvocata
– “Sono Hitler”, si sente in una di queste.
Per la prima volta sono state mostrate le ultime immagini che si hanno di Riccardo, riprese dalla videocamera di una villa vicina. Nel video si intravede il 19enne uscire di casa, aprire l’auto e chinarsi, sembra cercare qualcosa. Poi esce dall’abitazione da solo a bordo della Lancia Y azzurra. È la mezzanotte e quindici minuti del 13 ottobre. L’ultimo messaggio inviato alla madre è dieci minuti dopo: “Tutto bene?”, domanda lei. “Sì, sì”, risponde lui. “Tutto attaccato, come se avesse fretta”, commenta la donna. Poi, il silenzio.
L’ipotesi dei documenti falsi
“Riccardo è sempre stata una persona affidabilissima, onesta, non era uno che nascondeva le cose”, dice di lui la mamma, che questa volta non piange e non rivolge alcun appello al figlio Riccardo. Eppure nel corso della puntata emerge che il 19enne “qualcosa mi ha nascosto”: “Ho saputo in questi giorni che a scuola ha creato una tesserina a una compagna che ha utilizzato nell’anno scolastico”. “Un documento falso?”, domanda il giornalista. La donna annuisce. “Avendolo fatto per lei, penso che sia capace di crearsi documenti falsi anche per lui”, continua la madre. La domanda è: possibile che Riccardo si sia creato una nuova identità lasciando credere un gesto disperato, abbandonando l’auto con il telefono e i documenti alla diga della Gola del Furlo?
“Mi auguro che sia solo una messa in scena, ma perlomeno che sia vivo. Avere questo dubbio mi massacra dentro”. L’ipotesi della mamma è che Riccardo sia fuggito: “Io lo vedo camminare. Secondo me lui sta girando, magari spostandosi da una città all’altra, in treno o con le corriere. Un po’ come ha fatto con l’interrail”. Il sospetto della donna è che il ragazzo stia con altre persone: “Comincio a domandarmi che non si sentisse anche con altri. Mi diceva ‘mamma vai via sono con i miei amici sul computer’. Chissà se proprio loro lo stiano coprendo in questo momento”. Chi sono i soggetti con cui Riccardo chattava al computer? Lo stesso pc che il ragazzo chiudeva ogni volta che la mamma entrava nella sua stanza, quasi dovesse nascondere qualcosa.
Il silenzio degli amici
Poi, c’è l’enigma degli amici: “Qual era il disagio che si è creato con loro?” domanda la mamma. Questa volta, il giornalista di Chi l’ha visto? fa sapere che “volevano capirne di più, ma non sono riusciti a rincontrare nuovamente i compagni”. Nella scorsa puntata, del 23 ottobre, proprio Davide e gli altri con cui il 19enne aveva trascorso l’ultima serata avevano raccontato di un Riccardo “più nervoso e taciturno”: “Aveva dei momenti in cui preferiva stare da solo. Abbiamo cercato di parlarci e chiedere perché. Lui ha detto che si sentiva messo da parte. Poi ne abbiamo parlato e pensavamo fosse risolto. Stavamo provando a integrarlo più di quanto facessimo prima”.
“Svuotate la diga”
Nella puntata parla anche l’avvocata Elena Fabbri che rinnova l’appello formalizzato martedì alla prefettura: “Abbiamo chiesto che la diga della Gola del Furlo venga completamente svuotata. Questo potrebbe fare la differenza per raggiungere alcuni punti non accessibili”. Anche la mamma ribadisce che “la risposta è nelle tre grotte”: “Si tratterebbe di un giorno e mezzo, non di più. Mi hanno spiegato che il primo giorno servirebbe per svuotare tutta l’acqua, la seconda mezza giornata per entrare in quelle zone”.
Sulle chiamate dei mitomani la legale aggiunge: “C’è chi ha chiesto soldi, chi si è finto Riccardo, chi dice di averlo trovato, chi chiama nel cuore della notte facendo delle grida lancinanti o addirittura chiamando ‘mamma’ non pensando di parlare con uno studio legale”. “Chiamate che fanno male”, ha detto la madre, che chiude, “voglio almeno sapere se è vivo o se è sotto quel lago”, senza neppure nominare il nome di Riccardo.