Di CARLA IALENTI
URBINO – Da Philadelphia a Urbino. Passando per Providence e New York. È il percorso fatto da Carolyn Burke, 54 anni, collaboratrice ed esperta linguistica (cel) all’Università “Carlo Bo”. La docente americana, laureata in Scienze politiche a Philadelphia, vive in Italia dal 2008. Ha raccontato al Ducato il clima elettorale nella sua città, in Pennsylvania, uno “swing state (Stato in bilico ndr)”, le cui scelte politiche potrebbero essere decisive per la vittoria del nuovo (o della nuova) presidente degli Stati Uniti.
Anche Elizabeth Anne Ferguson, 56 anni, di Fermignano, è una cittadina americana e insegnante di inglese all’università di Urbino. Vive in Italia dagli anni ’90: è originaria del Rhode Island, ma è cresciuta in Ohio ed è laureata in Studi internazionali alla Miami University. La docente al Ducato ha parlato di aborto, immigrazione e della figura di Elon Musk, di recente nelle cronache elettorali delle testate statunitensi e italiane.
Il dibattito è servito a tavola e online
Un dibattito acceso, non solo in tv, tra i candidati Donald Trump (repubblicano) e Kamala Harris (democratica), ma anche tra gli elettori. Burke racconta, infatti, come le elezioni presidenziali siano “un periodo molto stressante” negli Stati Uniti. La lunga campagna elettorale “scatena liti in famiglia” se si fa il tifo per candidati diversi, racconta. E lo scontro continua anche sui social. “I miei amici di Facebook dagli Stati Uniti condividono spesso post sul tema ‘elezioni’, ma a volte evito di commentare, altrimenti litighiamo” dice sorridendo. Ferguson, con un velo di dispiacere, conferma che “la politica ha diviso le famiglie più di prima”.
Pennsylvania, stato in bilico: qui Harris piace ai giovani
Una partita ancora aperta quella tra Harris e Trump. E una competizione molto sentita, soprattutto in alcuni Stati ancora indecisi. In Pennsylvania, lo Stato in cui si trova Philadelphia, la città di Burke, il voto può essere decisivo per la vittoria dell’una o dell’altro candidato. Se “Philadelphia di solito è blu”, cioè vota per i democratici, così come le altre grandi città dello Stato, non si può dire lo stesso delle zone rurali. “Il clima di queste elezioni è ancora più stressante rispetto alle precedenti, perché nei sondaggi i candidati sono pari”.
Per Burke, però, c’è una particolarità in queste elezioni: il ritiro del dem Joe Biden, l’attuale presidente degli Stati Uniti, e la candidatura ‘tardiva’ di Harris.
“Prima i repubblicani erano convinti della vittoria di Trump. Da quando si è candidata Kamala Harris, invece, una donna energica, più giovane e più in salute, sono andati in tilt. La sua candidatura ha avvicinato i giovani. Anche alla presentazione dei candidati alla vicepresidenza (il democratico Tim Walz e il repubblicano James David Vance ndr), a Philadelphia c’era molto fermento giovanile: era presente anche la mia nipotina, che mi ha parlato di un clima molto positivo”.
I due conflitti: quanto pesa la politica estera
Nessun dubbio sugli interessi dell’elettorato americano per Burke: “I prezzi sono aumentati, i cittadini si sono chiusi in sé stessi, l’economia e le promesse elettorali fatte per risollevarla decideranno il voto”. E i conflitti in Medio Oriente e in Ucraina “non decideranno chi vincerà. Durante le precedenti campagne elettorali (dei candidati alla vicepresidenza ndr) la politica estera, invece, aveva più peso”.
Aborto e immigrazione: “Rispettiamo i diritti civili”
Per Ferguson, invece, la priorità dovrebbe essere “tutelare l’aborto” e “accogliere i migranti che oggi scappano anche per i disastri climatici”.
Rispetto all’Italia in cui “si rispetta di più la vita”, negli Usa “alcuni Stati sono contrari all’aborto e basta”. Nessuna eccezione. “Se la donna rischia di morire è difficile trovare un medico che pratichi l’aborto, perché rischia la galera”. Alcuni esempi? “In Ohio è stato negato l’aborto a una bambina di 10 anni stuprata” e “in Texas l’aborto è impossibile anche in caso di gravidanza extrauterina”.
Musk, amico di Trump: “via dalla politica”
Da mesi a sostenere Trump in campagna elettorale è sceso Elon Musk, che Ferguson condanna: “Musk va contro le leggi elettorali: vuole donare un milione di dollari al giorno a chi firma per cambiare gli emendamenti. Stia lontano dalla politica”. E conclude: “Odia i migranti, ma lui stesso lo è”.