di CRISTINA R.CIRRI e RAFFAELE DI GAETANI
URBINO – Prendendo la metropolitana di New York dalla fermata di Times Square in direzione sud, e scendendo alla stazione Smith si arriva nella parte est di Brooklyn, nella zona di Carroll Garden. Lì c’è il ristorante marchigiano Cremini’s gestito da due italiani: Elena Salati, 44 anni e il marito Riccardo Massetti, 52 anni, laureato in sociologia all’Università di Urbino. Sei anni fa lei era interior designer a Torino mentre lui lavorava nel settore del marketing a Milano: dopo un viaggio in California hanno deciso di lasciare la loro vita “italiana” per trasferirsi a New York e portare lì la cucina marchigiana che, fino a quel momento, era assente nella Grande mela.
Tra il 1993 e il 1998 Riccardo ha frequentato la Carlo Bo creando un legame forte con la città: “Sono stati i cinque anni più belli della mia vita. La porto sempre nel mio cuore nonostante sia nato a Porto San Giorgio. Ho promesso a mia moglie di portarla lì appena torneremo in Italia”. Durante gli anni universitari si innamora di una cosa in particolare: la crescia. A lui è piaciuta a tal punto da farla finire sul menù del suo ristorante: “Da ex studente urbinate non posso che andare fiero di questo”.
Crescia al gusto d’America
È il 2019 quando Riccardo ed Elena decidono di aprire Cremini’s a Brooklyn. Lo scopo non era di puntare sul turismo newyorkese “mordi e fuggi” ma di diventare un posto fisso per i clienti del luogo. “All’inizio la gente era curiosa: guardava le olive ascolane e non capiva. Non sapeva dove si trovassero le Marche e passavamo molto tempo al tavolo a spiegare la nostra cultura. In America le cucine italiane più conosciute sono da sempre quella napoletana e quella siciliana”.
Sette mesi dopo l’inaugurazione è arrivato il Covid. Ed è stato proprio durante quel periodo che la coppia è riuscita a far conoscere il locale, spiega Riccardo: “La gente lavorava in smart working. Restavamo aperti giorno e notte. Oggi abbiamo dei clienti affezionati alla nostra autenticità”.
La crescia urbinate all’inizio era un prodotto nuovo, c’erano solo due piadinerie a New York, ma “due mesi dopo l’apertura i clienti entravano chiedendo la crescia. Noi non capivamo. Poi su Internet abbiamo scoperto una recensione da un famoso critico culinario al quale, senza sapere chi fosse, avevo spiegato la storia di questo prodotto”.
Il gusto più amato non è uno dei classici: “Quella mortadella e gorgonzola è la più richiesta – e sottolinea Riccardo – io sono affezionato a quella con la casciotta di Urbino e le melanzane fritte”.
Una cucina per palati…famosi
La cucina di Cremini’s è stata assaggiata anche da personaggi noti: dal chitarrista dei Talking Heads David Byrne, all’influencer italiano Piero Armenti, che su Instagram conta circa 600.000 follower. Il locale organizza anche dei catering per l’Istituto italiano di cultura e il consolato italiano. In una di queste occasioni i loro piatti sono stati gustati del regista italiano Dario Argento:“Abbiamo avuto la fortuna di conoscere il maestro ed è stato fantastico vederlo mangiare le nostre olive ascolane e la nostra crescia”.
Elezioni Usa 2024: Riccardo ed Elena ancora spettatori
Alla corsa per l’elezione del prossimo presidente degli Stati Uniti del 5 novembre, Riccardo ed Elena non avranno la possibilità di votare: “Abbiamo ancora la green card che è una residenza permanente, lo potremo fare solo nel 2027”.
Sul clima a New York racconta: “Il 90% degli elettori sono democratici. La strada sembrava spianata per Harris ma negli ultimi giorni è risalito Trump, forse perché fa cose che sono più vicine alla gente – negli ultimi giorni è stato fotografato mentre serviva al Mc Donald’s in Pennsylvania ndr – la vita politica qui si vive come tifo, quattro anni fa per decidere il nuovo presidente abbiamo aspettato un mese e quando alla fine ha trionfato Biden c’è stata una grande festa nel quartiere. Se sei repubblicano non potrai mai votare per i democratici e viceversa ma come in ogni cosa ci sono le eccezioni: ad esempio Musk”.